EOLICO OFFSHORE NEL MARE DI MOLFETTA, IL PROGETTO DIVIDE GLI AMBIENTALISTI

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Molfetta. Al largo della costa tra Vieste e Molfetta è prevista l’installazione di 67 turbine galleggianti da parte di un’impresa romana. L’intervento si aggiunge ad altri due progetti simili

molfettaeolicooffshoreSessantasette aerogeneratori con fondazioni galleggianti ancorate al fondale previsti al largo della costa tra Vieste e Molfetta. La richiesta giunge lo scorso 12 luglio da Acciona Energia Global Italia Srl, con sede legale a Roma, che ha chiesto il rilascio della concessione demaniale marittima per trent’anni. L’area individuata a dodici miglia nautiche dalla costa, di competenza delle Capitanerie di Porto di Manfredonia, Barletta e Molfetta, riguarda il tratto costiero di Vieste, Manfredonia, Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie e Molfetta.

L’impianto dovrebbe occupare uno specchio d’acqua di 660mila metri quadrati oltre il limite delle acque territoriali e altri 386mila entro quel limite, ma il progetto prevede anche una parte onshore. L’obiettivo dell’intervento, che si aggiunge ad altri due progetti simili presentati a giugno scorso da altrettante società pugliesi, è quello di puntare sull’eolico per aumentare l’autonomia energetica in chiave sostenibile. Nonostante l’intento ecologista, il progetto divide gli ambientalisti. Da un lato Legambiente Puglia, che plaude all’iniziativa, dall’altro l’associazione Pro Natura Bisceglie / Trani che manifesta invece il proprio dissenso.

Nel 2020 Legambiente, insieme a Greenpeace e Kyoto Club, firmava con Anev (Associazione nazionale energia del vento) il “Manifesto per lo sviluppo dell’eolico offshore in Italia, nel rispetto della tutela ambientale e paesaggistica”.

«È chiaro che bisogna analizzare tutti i possibili impatti di ogni singolo progetto – ha dichiarato il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzullima non è più il tempo di dire no, esclusivamente per l’impatto visivo, con la crisi energetica in atto. A patto, ovviamente, che le distanze dalla costa rientrino nei limiti di legge. Il rischio è quello di rimanere aggrappati ad altri fonti più inquinanti».

«Di fronte alla crisi energetica epocale che stiamo vivendo – dicono invece gli ambientalisti di Pro Naturaè necessario fare scelte sostenibili e condivise. Non siamo contrari alle energie pulite, ma qualsiasi decisione deve essere presa rispettando l’ambiente e il paesaggio, che costituiscono il vero motore economico e sociale della regione, affinché l’impatto degli impianti tecnologici con la nostra realtà territoriale sia il minore possibile».

A fronte della vocazione turistica dei territori coinvolti e nell’ottica della salvaguardia della flora marina e della fauna aviaria, l’associazione chiede ai Sindaci di Trani e Bisceglie di promuovere un tavolo di confronto istituzionale con l’Azienda proponente, cui partecipino tutti i comuni costieri, le Province, la Regione, le Associazioni e tutti i soggetti interessati per verificare se sia possibile mitigare l’impatto del progetto sulla costa. Ci sono trenta giorni di tempo, dalla presentazione della richiesta di Autorizzazione Unica, per avanzare eventuali osservazioni.

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