FERRAGOSTO A MOLFETTA: L’ANTICA TRADIZIONE DEI LUMINI ACCESI SUI BALCONI

c3c0e54b1550ae1cc3241b3a6741ef52-829
Shares

Molfetta. Ogni anno nella notte tra il 14 e il 15 agosto su balconi e davanzali delle finestre le fiammelle illuminano l’oscurità della notte

molfettalungomare130822Domani sarà Ferragosto, forse una delle feste più attese dell’estate. Una festa antichissima che ha origini pagane. Il termine Ferragosto infatti deriva dal latino Feriae Augusti che significa il riposo di Augusto, il primo imperatore romano da cui deriva il nome del corrente mese. Fu proprio Cesare Ottaviano Augusto a istituire una giornata di festa, di riposo al termine dei lavori agricoli. I festeggiamenti di ferragosto inoltre si allineavano ad altre feste di origine pagana, come quelle dedicate a Conso, divinità romana protettrice della terra e della fertilità.

Con l’arrivo del cristianesimo, la festa è stata poi adottata dalla Chiesa che il 15 di agosto festeggia l’assunzione della Madonna in cielo.

Molte sono le tradizioni e i riti legati a questa celebrazione che si perpetuano da secoli e che sono diversi da regione a regione, da città a paese. A Molfetta nella notte tra il 14 e il 15 agosto c’è un’antica tradizione che si perde nella notte dei tempi e che consiste nell’accendere un lumino e riporlo sui balconi o sui davanzali delle finestre. Di certo un’usanza arcaica che impedisce di tracciare in modo chiaro l’origine di questa tradizione che viene mantenuta a Molfetta, ma non solo.

Secondo la cultura popolare l’accensione dei lumini serviva a illuminare il trapasso in cielo della Madre di Gesù, dove la luce diventa metafora della sconfitta delle tenebre e del trionfo di Dio.

Ma accanto a questa spiegazione, ve ne sarebbe una storica che si sarebbe rafforzata tra il IV e il V secolo. In particolar modo la tradizione dei lumini sarebbe legata al nestorianesimo, una dottrina cristologica attribuita a Nestorio che fu arcivescovo di Costantinopoli tra il 428 e il 431.

Il nestorianesimo, dottrina che venne definita eretica dalla Chiesa, affermava la totale separazione delle due nature di Cristo: quella umana e quella divina. Ma tale tesi metteva in discussione anche il titolo della Madonna che, secondo il nestorianesimo, era da appellare come Madre di Gesù e non Madre di Dio, in quanto la Vergine non avrebbe potuto generare Dio.

Questa dottrina fu condannata dal Concilio di Efeso che impose il riconoscimento di Maria come Madre di Dio. Secondo la storia i cittadini di Efeso avrebbero festeggiato tale condanna alla dottrina nestoriana accendendo dei lumini al di fuori delle abitazioni proprio in onore di Maria Madre di Dio.

Sarebbe dunque da questo evento storico che trarrebbe origine la tradizione di accendere dei lumini in onore della Madonna, poi tale usanza sarebbe col tempo servita a commemorare l’assunzione di Maria in cielo e la sua resurrezione.

Un’altra curiosità legata ai ceri che oggi si continuano a esporre sui balconi la notte di ferragosto è la pianta dei lumini, il cui nome scientifico è Ballota Pseudodictamnus. Questa pianta selvatica che bene cresce nella nostra terra è stata a lungo coltivata per ricavare dal calice del fiore degli stoppini che immersi nell’olio venivano usati per illuminare il buio della notte, ma anche come lampade votive.

Così questa sera si ripeterà il rito e i pochi che rimarranno in città potranno guardare quel suggestivo spettacolo delle piccole fiammelle poste sui balconi.

Shares

ULTIME NOTIZIE

SEGNALAZIONI

NEWSLETTER

CRONACA

×