MOBY PRINCE, LA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA: «C’ERA UNA TERZA NAVE»

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Molfetta. Approvata all’unanimità lo scorso 15 settembre, la relazione della seconda commissione d’inchiesta attribuisce la causa della collisione tra Moby Prince e Agip Abruzzo alla presenza di una terza nave, non ancora identificata

molfettamobyprincehomeLa seconda commissione parlamentare d’inchiesta istituita l’anno scorso per fare finalmente luce sulla tragedia del Moby Prince è giunta a una conclusione inaspettata: lungo la rotta del traghetto c’era una terza nave. L’ipotesi, valutata anche in precedenza ma passata in secondo piano, è che alle ore 22.15 circa del 10 aprile 1991 il comandante del Moby Prince, partito da Livorno alla volta di Olbia per una corsa di linea, abbia virato improvvisamente per evitare l’impatto con una nave non ancora identificata, andando a perforare una delle cisterne di poppa della petroliera Agip Abruzzo, ancorata nella rada del Porto di Livorno.

Andrea Romano, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta che il 15 settembre scorso ha depositato la relazione conclusiva dei lavori, approvata all’unanimità, ha dichiarato «Il traghetto è andato a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al Moby Prince, che provocò una virata a sinistra che ha poi determinato l’incidente. Purtroppo questa nave non è ancora stata identificata con certezza. Il black out a bordo della petroliera pochi minuti prima della tragica collisione la rese invisibile davanti agli occhi del comando del traghetto Moby Prince, costretto a fare una virata improvvisa a sinistra per evitare una collisione certa con una terza nave presente in mare. L’accordo assicurativo che altro non era che un patto di non belligeranza tra le compagnie – ha aggiunto Romano – dimostra che ci sono probabilmente documenti, in possesso dell’Eni, che potrebbero fornire ulteriore chiarezza su quanto accaduto e faccio appello ai vertici attuali della società affinché li renda pubblici per dare risposte definitive a 31 anni da quella che agli occhi dell’opinione pubblica è una strage».

Stando a quanto affermato dal presidente Romano, la commissione non ha potuto approfondire sull’identità della terza nave a causa della fine anticipata della legislatura, ma che nel testo della relazione la commissione suggerisce due possibili piste investigative da seguire.

Una riguarda la presenza della nave 21 Oktobaar II, peschereccio somalo che sulla carta trasportava pesce surgelato dalla Somalia all’Italia, e l’altra la presenza di una o più bettoline impegnate in possibili operazioni di bunkeraggio clandestino.

In quel terribile incidente persero la vita 140 persone, tra cui quattro molfettesi che a bordo del Moby Prince lavoravano: Giovanni Abbattista di 46 anni, Natale Amato di anni 53, Giuseppe de Gennaro di anni 29 e Nicola Salvemini di anni 36. Nonostante la testimonianza diretta di Alessio Bertrand, il mozzo napoletano unico sopravvissuto, e a dispetto delle battaglie giudiziarie portate avanti dalle famiglie delle vittime, la verità su quanto realmente accadde quella notte resta lontana se non è ancora possibile intravedere responsabilità precise.

Ora si spera che la Procura di Livorno vada in fondo a queste due ipotesi, appurando anche perché i soccorsi si concentrarono in prima battuta sulla petroliera Agip Abruzzo, a bordo della quale non ci furono né vittime, né feriti.

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