CARO ENERGIA E BOLLETTE DA CAPOGIRO: REGGONO LE PMI DI MOLFETTA MA IL TRACOLLO È DIETRO L’ANGOLO

c2e9407532bf98db341470c4374f3755-73a
Shares

Molfetta. Come nel resto d’Italia, anche a Molfetta il caro energia sta mettendo in difficoltà l’intero tessuto produttivo della città, in special modo le piccole e medie imprese

molfettazonaartigianale1Il tessuto economico delle piccole e medie imprese, a Molfetta come nel resto d’Italia, rischia di cedere a causa del caro energia. Lo spettro del tracollo si aggira da mesi a causa del vertiginoso aumento del costo del metano e, di conseguenza, dell’energia elettrica. I rincari in bolletta colpiscono tutti indistintamente, ma chi sente davvero franare il terreno sotto i piedi sono i piccoli imprenditori, vero motore dell’economia locale e nazionale.

Se per le famiglie il costo delle bollette dell’energia elettrica è triplicato, per le imprese ha raggiunto livelli insostenibili e in alcuni casi sfiora aumenti di oltre il 500%. E la situazione, generata dal conflitto armato tra Russia e Ucraina che non sembra volgere al termine a breve, è destinata a peggiorare. «Nessuna azienda ha chiuso sinora a causa del caro energia – afferma Francesco Sgherza, Presidente di Confartigianato Molfetta – ma per più di qualche realtà il tracollo è dietro l’angolo. Lo Stato ha stanziato finora 60 miliardi di euro per aiutare le imprese abbassando la soglia degli aumenti al 59% fino alla fine dell’anno. Cosa accadrà a partire da gennaio prossimo dipende dal Governo che si sta per insediare. Nel terzo decreto aiuti, che bisogna ancora convertire in legge, è previsto un sostegno alle imprese di 600 euro. Un altro bonus che serve a tamponare l’emorragia di denaro cui gli imprenditori, soprattutto quelli delle PMI, stanno facendo fronte. Aspettiamo con fiducia l’insediamento del nuovo Governo per l’approvazione di questa e altre manovre finanziarie a sostegno dell’economia nazionale.

Il problema – continua il Presidente Sgherzanon è peraltro solo economico, ma anche sociale. Abbiamo seriamente paura che gli imprenditori cadano nelle mani degli usurai o che decidano improvvisamente di “cedere” rami aziendali o intere aziende alla criminalità organizzata, che approfitta dei momenti di crisi economica per espandere il proprio potere riciclando denaro e investendo in attività lecite. Lanciamo perciò un grido d’allarme al Governo e anche alle banche, affinché si trovi un modo per concedere prestiti alle imprese a tassi agevolati. Siamo presenti sui principali tavoli di concertazione sia a livello locale, che nazionale proprio per favorire l’individuazione di una soluzione adeguata. Entrando nello specifico della situazione a Molfetta, chi ha maggiore necessità di aiuto è il piccolo imprenditore, il commerciante, l’artigiano, che non hanno adottato strategie per abbattere i costi energetici in maniera autonoma. La maggior parte delle grandi realtà imprenditoriali molfettesi possiede un’adeguata quantità di pannelli solari su capannoni ed edifici, cosa che invece non può permettersi un piccolo imprenditore. Perciò confidiamo in aiuti specifici da parte dello Stato, che si adeguino alle esigenze dei diversi settori economici e permettano alle imprese non solo di resistere a questo momento di recessione, ma anche di non perdere la propria competitività sui mercati europei».

«Continuiamo a produrre – spiega Giovanni Mastrodonato, amministratore della molfettese Mastrodonato Srl – ma non sappiamo quanto graveranno di volta in volta gli aumenti perché i costi energetici continuano a salire. Ci accontentiamo dei bonus, ma li consideriamo un’offesa alla nostra dignità dato che non bastano assolutamente a coprire gli importi delle bollette. Oltre ai rincari, il vero collo di bottiglia per noi è lo scaffale: gli aumenti in bolletta riguardano anche l’utente finale e le famiglie stanno iniziando a tagliare anche sui beni di prima necessità come il cibo. Siamo spalle al muro, senza un intervento deciso del Governo in pochissimi potranno superare questo abisso che non sappiamo quando finirà. Anche perché se lo Stato non si fa carico adesso delle nostre istanze, molto presto dovrà pagarne le conseguenze. Parlo ovviamente degli indennizzi di disoccupazione, delle casse integrazione e degli ammortizzatori sociali previsti. E quando un’azienda è costretta a chiudere – conclude Mastrodonatopoi è difficile che riapra».  

Shares

ULTIME NOTIZIE

SEGNALAZIONI

NEWSLETTER

CRONACA

×