A SCUOLA DI EMPATIA, DALLA “SCARDIGNO-SAVIO” IL RACCONTO DEL “PON DELLE EMOZIONI”

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Molfetta. Svoltosi durante lo scorso anno scolastico il “PON delle emozioni” è stato un successo secondo docenti, esperti e soprattutto per gli alunni coinvolti

molfettaponemozioniscardignosavioRiconoscere le emozioni, le proprie e quelle altrui, per averne rispetto e costruire una società migliore. Questo l’obiettivo del “PON delle emozioni”, il progetto nato all’interno dell’Istituto ComprensivoScardigno – Savio” di Molfetta, che ha coinvolto durante lo scorso anno scolastico circa 80 alunni delle classi quarte.​

Avvalendosi di un team di psicologi e tutor docenti, il programma racconta e racchiude diverse tematiche.​ Si spazia dalla gestione delle emozioni all’empatia, dalle problematiche sociali come bullismo e cyberbullismo, all’inclusione e alla diversità di genere.​ L’emozione è da considerarsi un vero e proprio movimento del nostro stato d’animo. È capace di sfiorare mente, corpo e comportamento dell’individuo.​ Questo movimento suscita sensazioni positive e negative. Gioia, sorpresa, rabbia, tristezza, invidia e senso di colpa, che talvolta sfociano nello stato di ansia.​

Il lavoro dello psicologo, ha aiutato gli alunni ad accettare le proprie emozioni, a non reprimerle e a farle emergere per dar vita al meccanismo della consapevolezza.​ Altro fondamentale punto di dialogo, riguarda l’empatia. Il saper indossare i panni degli altri.​

Si stimola l’alunno a guardare da più punti di vista, ad immedesimarsi nei problemi altrui, a imparare, ad ascoltare, a sorridere e a spronare l’interlocutore.​ L’immedesimarsi crea una sorta di protezione e si eviterà il giudizio.​

Subentra, così, un altro tema caldo, un grande neo per la società, un autentico abuso di potere, una violenza psicologica e fisica, una delle più frequenti cause di suicidio nell’età adolescenziale.​ È la prevaricazione, la prepotenza, l’intimidazione, la sopraffazione: è il bullismo.​

Non vi è una valida motivazione alla base. Il bullo individua la propria vittima e la conduce all’esasperazione. Spesso, le vittime sono le persone più deboli, verosimilmente con disabilità, con scarsa autostima, con idee e ideali differenti.​

Prende il sopravvento, in questa società tecnologica e all’avanguardia, il cyberbullismo. Il bullo perseguita la vittima anche virtualmente ricorrendo all’invio di messaggi, immagini e video offensivi, talvolta pubblicati su siti internet, rendendoli virali, per ottenere maggiore visibilità e consenso.​ Si punta, quindi, a denunciare eventuali episodi di bullismo e a parlare con i docenti al primo comportamento inopportuno.

Grazie a questi incontri, interagendo attraverso​ dialoghi e confronti, gli alunni hanno creato, divertendosi, disegni e cartelloni raffiguranti un arcipelago e le sue isole in modo da raggiungere, viaggiando, le varie emozioni e le diverse problematiche attuali.​

Martino, alunno di IV A racconta: «Il PON ha suscitato in me divertimento e sicurezza. È stato costruttivo e lo rifarei perché mi ha permesso di cambiare idea.​ Mi piace includere le persone più fragili, le aiuto e mi immedesimo nei loro problemi. È importante essere empatici e dare valore alle emozioni, perché danno la possibilità di esprimerci in ogni nostro gesto».​

Considerato da esperti, docenti e soprattutto dagli alunni coinvolti valido e formativo, il “PON delle emozioni”, che si spera venga replicato dalla “Scardigno-Savio” e preso ad esempio da altre scuole, mira a sensibilizzare una società travolta dal virtuale, ponendo come primo obiettivo quello di non dimenticarsi di guardarsi negli occhi.

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