LOTTA ALLA VIOLENZA DI GENERE, IL PREZIOSO LAVORO DEL CAV PANDORA SU MOLFETTA E GIOVINAZZO

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Molfetta. Il team tutto al femminile del CAV Pandora opera sistematicamente a favore dell’emersione del fenomeno, oltre che della presa in carico dei casi di violenza domestica nei comuni di Molfetta e Giovinazzo
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Cinquantuno donne, tra giovanissime, adulte e anche anziane, si sono rivolte al CAV Pandora nel 2022. La violenza di genere, infatti, non ha età. Lo dimostra la cronaca nazionale e lo dimostrano i numeri raccolti a livello locale dal Centro Antiviolenza Pandora, che opera nei comuni di Molfetta e Giovinazzo.

Quarantadue le donne uccise dall’inizio di quest’anno in Italia, dopo aver subito umiliazioni di ogni tipo, spesso dopo aver trovato la forza di denunciare. Oltre a non avere età, la violenza di genere non fa distinzione tra classi sociali e posizione geografica, quindi riguarda anche il nostro territorio, dove il fenomeno emerge ancora con difficoltà. Far venire a galla situazioni così dolorose, che le donne spesso si portano appresso per anni come croci, è il prezioso lavoro svolto dalla rete nazionale dei CAV, tra cui quello dell’Ambito territoriale sociale di Molfetta e Giovinazzo. Un team tutto al femminile che opera ormai da quasi dieci anni, prima come associazione, poi come centro antiviolenza accreditato.

LA STORIA

L’associazione Pandora è attiva dal 2013 nel comune di Molfetta, occupandosi in maniera specifica del sostegno alle donne vittime di violenza. Nel 2018, dopo i cinque anni di esperienza richiesti dalla legge regionale vigente, Pandora da associazione diventa ufficialmente un centro antiviolenza iscritto al registro nazionale e diventando quindi un CAV autorizzato.

I NUMERI

A dicembre 2019 il CAV Pandora registrava la presa in carico di circa 40 casi. Nel 2020, anche a causa della pandemia, c’è stato un incremento, con 70 accessi complessivi. Nel 2021, essendo diventato CAV di Ambito territoriale sociale, 65 a Molfetta e 8 a Giovinazzo. Fino ad arrivare al dato di luglio di quest’anno, che riporta 42 accessi a Molfetta e 9 a Giovinazzo.

«Su Molfetta lavoriamo ormai in maniera costante da quasi dieci anni – spiegano Valeria Scardigno e Francesca Bisceglia, ideatrici del progetto e cofondatrici dell’allora associazione – ma, con l’apertura dello sportello a Giovinazzo, considerata una realtà “tranquilla” sotto questo aspetto, i casi di violenza sono venuti fuori in maniera abbastanza evidente, mentre inizialmente poteva sembrare che non ce ne fosse per niente bisogno. Questo a dimostrazione che il CAV non solo interviene in fase emergenziale per aiutare le donne, prestando tutta una serie di servizi gratuiti come consulenze legali e psicologiche, ma che diventa davvero anche un elemento utile per l’emersione del fenomeno. La fiducia nei confronti di queste realtà si sviluppa nel tempo e infatti pian piano gli accessi sono aumentati, restituendoci meglio la misura di un fenomeno che purtroppo non accenna a diminuire. Durante la pandemia è accaduto quello che purtroppo è successo ovunque: dopo aver attivato il sito internet e il profilo Facebook, abbiamo rilevato un sensibile aumento del numero di accessi».

IL TEAM

La squadra al momento è composta da cinque professioniste: due psicologhe, due avvocate e un’assistente sociale. Il team è supportato da un’educatrice volontaria che sta terminando i suoi studi di laurea, dalle tirocinanti che danno una mano nell’organizzazione degli eventi e da tante “amiche di Pandora”, affettuosamente battezzate in questo modo per la vicinanza che sistematicamente dimostrano verso le iniziative del CAV. Quella di Pandora è ormai una famiglia. È nata da due donne e diventa man mano una fitta rete di accoglienza.

DOTAZIONE ECONOMICA

Il CAV Pandora riceve finanziamenti dall’ambito territoriale per portare avanti le attività previste dal Piano sociale di Zona, cui si aggiungono le somme stanziate dalla Regione, che quest’anno ha portato a oltre 2milioni di euro la dotazione economica per la rete dei CAV di Puglia aumentando le risorse di oltre il doppio.  A questo si aggiungono i fondi messi a bando ogni 18 mesi, a copertura dei programmi antiviolenza erogati dai servizi sociali comunali o di Ambito in collaborazione con il CAV di riferimento. Pandora, come ogni centro antiviolenza, sostiene le donne vittime di violenza domestica con aiuti diretti, contribuendo al pagamento dell’affitto, bollette spese mediche, buoni spesa alimentari, collocamenti in emergenza. «Quando una donna si ritrova in difficoltà economica – spiegano Valeria Scardigno e Francesca Bisceglia – è indispensabile fornire un aiuto concreto affinché questo non diventi motivo di ulteriore dipendenza».  

ATTIVITÀ IN PROGRAMMA

La Campagna di sensibilizzazione e comunicazione messa a punto quest’anno dalla Regione Puglia è volta al coinvolgimento diretto delle associazioni sportive ad ogni livello. Elemento cardine è dunque lo sport, fondamentale nella formazione dei giovani uomini e delle giovani donne per il suo ruolo di inclusione, che incoraggia l’incontro di culture diverse, facilita gli incontri, le relazioni e rappresenta un’incredibile risorsa educativa capace di veicolare messaggi positivi e inclusivi.

«Oltre ad aderire alla Campagna regionale – concludono Valeria Scardigno e Francesca Bisceglia – daremo senz’altro seguito al Festival “L’altra me”, che ha visto coinvolte per la prima edizione le scuole e le associazioni teatrali di Molfetta. Inoltre, è in programma l’attivazione di un corso di formazione rivolto ad assistenti sociali, Carabinieri, medici, operatori sanitari della rete ospedaliera e di pronto soccorso, e più in generale a tutte le figure che nell’immediatezza possono avere a che fare con donne vittime di violenza per fare in modo che la prima accoglienza, step fondamentale in questi casi, sia svolta secondo delle direttive univoche e non si creino delle situazioni spiacevoli in cui la donna viene per così dire “dissuasa” a voler proseguire nel suo percorso di denuncia».

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