CONTRO IL DEGRADO SOCIALE, LA COMUNITÀ DEL SACRO CUORE SCRIVE AL SINDACO DI MOLFETTA PER «ORGANIZZARE LA SPERANZA»

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Molfetta. Attraverso una lettera aperta, la comunità parrocchiale denuncia alcune situazioni emblematiche di degrado e chiede al Sindaco Minervini di intervenire

molfettachiesasacrocuoreOrganizzare la speranza. Con queste parole inizia la lettera aperta che la comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Molfetta denuncia al sindaco Tommaso Minervini cinque situazioni di degrado sociale, su cui è necessario intervenire con un’azione decisa e trasversale.

Ispirandosi ai principi enunciati nell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, la comunità parrocchiale ha intrapreso un percorso di sensibilizzazione sulla cura della “casa comune”, ascoltando il grido disperato della Terra che soffre in silenzio a causa delle azioni sconsiderate dell’essere umano.

La lettera, sottoscritta da Don Gennaro Bufi, Padre Andrea Viscardi e il Consiglio Pastorale Parrocchiale, pone all’attenzione del Sindaco e dell’amministrazione comunale ciò che imbarbarisce la città e, in particolare, il quartiere di riferimento.  

«In questo tempo, abitato da tante fragilità umane e sociali – si legge nella lettera aperta – anche nel nostro piccolo, nel nostro quartiere, nella nostra città, sentiamo l’urgente bisogno di “organizzare la speranza” facendo passi in avanti considerevoli. La piccola voce della nostra Parrocchia vuole levarsi affinché le istituzioni locali possano vedere, con sguardo sincero, il dilagante degrado sociale che contribuisce al deterioramento della nostra città e provvedere ad arginare, con azioni significative, ciò che inquina e deturpa. Crediamo fermamente che il cristiano non solo è chiamato ad annunciare il Vangelo con la “vita buona”, ma anche a denunciare il male che spegne la vita. Pertanto, sentiamo il bisogno di farci voce della gente che abita nel nostro territorio per denunciare:

1. l’incuria e l’impraticabilità delle nostre strade. Diverse aree pubbliche e giardini appaiono in un preoccupante stato di degrado. Il senso civico si fonda sulle radici dell’amore per l’ambiente e per chi lo abita. La cura e la pulizia di tutte le nostre strade (non solo quelle principali) e dei marciapiedi, devono diventare una priorità e divenire lo specchio di questo rispetto per noi stessi, per la nostra salute e per l’ambiente che abitiamo quotidianamente;

2. “l’eterna” presenza del cantiere in Piazza Margherita di Savoia che non permette di svolgere serenamente le attività pastorali della nostra Parrocchia e della Rettoria del SS.mo Crocifisso (Chiesa dei Cappuccini), luogo dell’adorazione eucaristica perpetua. Inoltre, il cantiere, togliendo visibilità al luogo sacro, favorisce il bivacco di giovani che abitualmente lasciano innumerevoli bottiglie di alcolici;

3. l’assenza di illuminazione pubblica in alcune strade del nostro territorio. Tale problema oltre a creare disagio, mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini, soprattutto se anziani;

4. la dilagante microcriminalità (scippi, estorsioni, atti di vandalismo, violenza contro le persone) che mette a rischio la sicurezza di tutti, soprattutto dei più vulnerabili come anziani e bambini;

5. il grido dei nostri commercianti. Con preoccupazione assistiamo alla chiusura di non pochi esercizi commerciali presenti in centro e in particolare su Corso Umberto I. La pandemia, l’aumento dei costi dell’energia, il rincaro dei canoni di affitto, stanno impoverendo il mondo del commercio locale che ha bisogno di un piano di ripresa e rigenerazione. La situazione si fa sempre più difficile. Si sta consumando nel silenzio un vero e proprio tradimento nei confronti dei nostri commercianti che vivono con la paura di non dare futuro e stabilità al loro lavoro. È ora di intervenire! Ogni serranda che chiude in centro è una luce che si spegne e ogni zona poco illuminata è accesso libero alla delinquenza.

Non di rado registriamo una sorta di indifferenza da parte delle istituzioni e dei cittadini. Sappiamo bene che l’indifferenza è il consapevole e colpevole disinteresse al bene comune e, ancor prima, al proprio. A tal proposito, non possiamo non ricordare quanto scrisse nel 1917 Antonio Gramsci nel suo saggio

“La città futura”: “…Odio gli indifferenti… Chi vive veramente non può non essere cittadino… L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”. I nostri comportamenti individuali, che apparentemente possono sembrare poco incisivi, se realizzati su ampia scala, diventano dirompenti.

Sappiamo bene che nella fede ci giochiamo la partita della vita e la qualità della nostra vita! A volte potrebbe insorgere, almeno nel fondo del cuore, la rassegnazione e perfino qualche momento di scoramento. Per questo motivo, è quanto mai urgente un sussulto di responsabilità da parte delle istituzioni e di tutto il tessuto cittadino, incoraggiati anche dai tanti buoni esempi che, senza esibizionismi, sono presenti anche oggi.

Vorremmo, come comunità cristiana, renderci disponibili a collaborare con chi amministra il bene comune per un programma educativo rivolto ai cittadini sul valore dell’ambiente, della promozione della cultura e del rispetto reciproco affinché tutti, senza tirarsi indietro o lamentarsi, possano dare il proprio contributo creando nuovi stili di vita.

“Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà” (Laudato si’, 205)».

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