Un drone sottomarino sarà utilizzato per ispezionare il Franco P. dall’esterno e dall’interno. L’obiettivo è stabilire le cause che hanno determinato l’inabissamento del rimorchiatore, che il 18 maggio scorso, mentre trainava il pontone Ad3 da Ancona a Durazzo, è colato a picco a circa 50 miglia dalla costa di Bari. Compito del drone sarà anche quello di ispezionare gli ambienti interni alla ricerca dei corpi dei due marittimi molfettesi ancora dispersi: Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 61 anni.
Proseguono le attività relative all’incidente probatorio chiesto dal Pm Luisiana Di Vittorio e disposto dal Gip Francesco Mattiace ad agosto scorso, volto a comprendere l’esatta dinamica del naufragio e, tra le altre cose, a rilevare o meno la “regolarità delle procedure di rimorchio del pontone galleggiante” e quali siano state “le procedure di sicurezza di soccorso messe in atto dagli equipaggi, in particolare a partire dal momento di lancio dell’allarme”.
Il sospetto è, infatti, quello che l’Ad3 fosse troppo carico e che il rimorchiatore abbia incamerato acqua a causa di un cedimento strutturale, ma al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche l’ipotesi di un violento impatto tra i due mezzi.
I nuovi accertamenti tecnici che si svolgeranno nei prossimi giorni serviranno a fare luce sulle condizioni del rimorchiatore che giace a un chilometro di profondità, proprio grazie all’utilizzo di un apparecchio sottomarino controllato da remoto.
Il drone avrà quindi il compito di “ispezionare gli spazi interni e verificare l’eventuale presenza dei corpi dei due membri dell’equipaggio oggi ancora dispersi“. Qualora il drone non dovesse riuiscire a entrare nel relitto, dovrà “realizzare riprese quanto più vicino possibile in prossimità delle porte di accesso in sala macchine e nella tuga, che risultano essere aperte“.
Le riprese serviranno ricostruire in 3D lo stato dei luoghi e riguarderanno anche e soprattutto le casse di zavorra a poppa e quel che resta del sistema di rimorchio, per capire quali cause abbiano determinato l’affondamento del rimorchiatore in pochi minuti.
Le indagini condotte dalla Procura di Bari e coordinate dal Pm Di Vittorio, vedono indagati per cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo il comandante e unico superstite del rimorchiatore, Giuseppe Petralia, assieme ad Antonio Santini e Stefano Marchionne, rispettivamente armatore e presidente della Ilma, società proprietaria di entrambe le imbarcazioni, e adesso finalmente si stanno concentrando, oltre che sul pontone, sotto sequestro dal giorno successivo al naufragio, anche sul Franco P inabissato.