MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
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Molfetta. Diverse scuole della città sono state coinvolte nel progetto del Cav Pandora “L’altra me”, contribuendo alla lotta culturale contro la violenza sulle donne
Per contrastare la violenza di genere serve una rivoluzione culturale. Lo hanno ribadito e dimostrato con il loro impegno gli studenti delle scuole di Molfetta, coinvolti nella seconda edizione del progetto “L’altra me”, ideato e promosso dal Centro Antiviolenza “Pandora”.
La serie di eventi e manifestazioni in programma per il Festival itinerante è culminata nella serata di ieri, venerdì 25 novembre, Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, lungo un Corso Umberto tinto di rosso, tra declamazioni di racconti e poesie, rappresentazioni teatrali, musica dal vivo e momenti di riflessione.
Oltre agli studenti delle scuole IC Battisti-Pascoli, IC Scardigno Savio, IC Azzollini- Giaquinto, IISS Monsignor Antonio Bello, IISS G. Ferraris, ITET G. Salvemini, Istituto Alberghiero, Liceo Classico Leonardo da Vinci, Liceo Statale Vito Fornari, sono state coinvolte le comunità del Centro per Famiglie e del Progetto SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione.
«Per questa seconda edizione è stato scelto il titolo “Ti presento una donna” – spiega Francesca Bisceglia, vicepresidente del Cav Pandora – per cui ciascuna scuola ha presentato un progetto incentrato su una particolare figura femminile che si è distinta per particolare merito e originalità nella propria vita, come nella professione. Le scuole hanno aderito con entusiasmo e si è subito creata una bella sinergia tra tutti noi. Come abbiamo più volte ribadito, il fenomeno della violenza sulle donne attiene a una cultura patriarcale che vede la donna subalterna all’uomo. Ovviamente è dalle nuove generazioni che bisogna ripartire e l’impegno di così tanti alunni e studenti per la buona riuscita di questo evento ci fa davvero ben sperare in una società futura in cui la donna venga davvero rispettata, valorizzata e soprattutto sia libera di autodeterminarsi. Perché è qui l’origine della violenza: l’uomo, e più in generale la società, non accetta che una donna possa decidere per se stessa e per la propria vita. Questo è il paradigma da invertire».
Tra le figure femminili prese ad esempio dai ragazzi spicca quella della molfettese Rosaria Scardigno, seguita da Artemisia Gentileschi, Rita Levi Montalcini, Samanta Cristoforetti, Liliana Segre e Margherita Hack. Donne da cui chiunque, a prescindere dal genere, ha tantissimo da imparare prima di tutto in tema di autodeterminazione.
«Il centro di accoglienza e integrazione di Molfetta ha contribuito al progetto “L’altra me” – spiegano le operatrici del Consorzio Metropolis, responsabile del SAI – portando all’attenzione dei passanti le testimonianze delle donne migranti che risiedono attualmente qui. Durante le lezioni di italiano abbiamo letto con loro, in italiano ovviamente, dei brani tratti dal libro “Storie della buona notte per bambine ribelli”. Dopodiché loro hanno realizzato le loro storie, i loro ritratti, descrivendo quello che sono e quello che vorrebbero essere. Abbiamo quindi registrato le loro voci che qui vengono mandate in sottofondo per essere ascoltate da quanta più gente possibile».
Ampia la partecipazione al suggestivo spettacolo teatrale messo in scena dagli studenti del Liceo Classico. “Siamo tutte Anna” è una storia tristemente vera, come purtroppo lo sono migliaia di altre. Sul palco una gabbia rossa, quella di Anna e quella di tutte le donne vittime di soprusi. Attraverso recitazione, danza, musica, mimo e canto gli studenti del “da Vinci” hanno portato in scena violenze psicologiche e prevaricazioni, ma anche urgenza di riscatto e determinazione. Quelle che hanno portato Anna a denunciare, a chiedere aiuto e ad emanciparsi dalla sua condizione di profonda sofferenza.
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