GUERRIGLIA URBANA SUL LUNGOMARE DI MOLFETTA, IL SINDACO MINERVINI: «VOGLIO INCONTRARE I GENITORI DEI RAGAZZI»

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Molfetta. Quattro ragazzi al di sotto dei sedici anni, tra gli autori della guerriglia urbana, sono stati fermati e denunciati a piede libero

molfettatommasominerviniUsa parole molto dure il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, per commentare l’episodio di guerriglia urbana verificatosi intorno alle ore 22.30 di ieri, lunedì 5 dicembre, sul Lungomare Colonna nel tratto a ridosso del centro storico.

«Quello che è accaduto ieri sera sul Lungomare Colonna di Molfetta – dichiara il sindaco Minervini – è inaccettabile, intollerabile, ingiustificabile. Non si può accettare che un gruppo di giovani, tutti infrasedicenni secondo le voci raccolte, si presentino fuori da una comunità, ai cui operatori diamo vicinanza e solidarietà, armati di spranghe di metallo; non si può tollerare il fatto che si sentano in diritto di muovere azioni al di sopra della giustizia anzi, da veri delinquenti; non si può giustificare, in alcun modo, neppure pensando alla loro giovane età, al loro evidente disagio, il loro comportamento.

I Carabinieri, i nostri agenti di Polizia Locale, che svolgono attività di polizia vera e propria da qualche anno, sono intervenuti fermandone quattro. Alcuni di quei delinquenti in erba, perché di questo si tratta, sono stati individuati e il Procuratore dei Minori ha disposto la denuncia a piede libero e li ha affidati alle famiglie. A quelle famiglie, la cosa non è opinabile, che hanno fallito nella educazione dei loro figli. Famiglie che, con ogni probabilità per i motivi più diversi, hanno demandato alla tv, ai social, ai videogames l’educazione dei loro rampolli; che, magari, non si sono preoccupati del fatto che i loro figli fanno parte di una assoociazione pericolosa. Ecco sono stati affidati alle famiglie gli autori di un episodio di guerriglia urbana.

Chiederò di poter incontrare i genitori di questi ragazzi. Voglio guardarli in viso. Voglio capire perché. Soprattutto voglio provare, con il supporto dei Servizi sociali, a recuperare il recuperabile e, se sia possibile avviare anche i genitori ad un processo di rieducazione di sostegno. Questi ragazzi hanno creato un sodalizio, si sono organizzati. Hanno premediato e preparato l’assalto ad una Comunità. La Giustizia minorile deve considerare la valenza associativa dell’organizzazione minorile che non può essere tollerata. In questa vicenda ognuno deve fare la sua parte».

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