“UNA FAMIGLIA”, SOLITUDINE E VOGLIA DI TENEREZZA SUL PALCO DEL NUOVO TEATRO DEL CARRO

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Molfetta. Lo spettacolo, andato in scena domenica 4 dicembre, rientra nella rassegna di teatro di prosa della Compagnia Il Carro dei Comici

molfettaunafamigliaC061222 2È andato in scena la scorsa domenica Una Famiglia – Tutti genitori sono adottivi, spettacolo scritto e diretto da Claudia Lerro e prodotto da Teatri Di. Versi. Sul palco del Nuovo Teatro del Carro con la brillante Claudia Lerro, il decano del teatro barese Vito Signorile, Giusy Frallonardo e la giovanissima Michela Masciavè.

Lo spettacolo inizia e blocca lo spettatore fin da subito, preparandolo nell’immediato a ciò che sta per avvenire. Il buio prima, e la luce soffusa poi, ci presentano un uomo anziano, curvo e triste seduto su una panchina. Lui è Vittorio, vedovo da poco e padre di un figlio che vive a Londra per lavoro e con cui ha un rapporto che sta andando alla deriva per scelte di vita non condivise. In sottofondo La mamma morta, dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano, interpretata da Maria Callas, chiarisce e stampa nello spettatore la sofferenza e la solitudine dell’anziano avvocato in pensione.

A incrociare la prima anima sola è Teresa, una donna sulla cinquantina, borghese, single e chiamata da tutti “Teresa mezza sposa” perché il destino non le ha concesso di condividere la vita con l’uomo che aveva deciso di amare, di sposare. Questo sarà l’episodio che condizionerà la sua vita, facendola sentire una donna a metà (o forse è la società che la fa sentire tale) perché non sposata e senza figli.

A cambiare per sempre la vita di Teresa e Vittorio saranno Claudia, giovane donna di estrazione sociale popolare, con un passato burrascoso e violento e Michela, sua figlia. Claudia agli antipodi di Vittorio e Teresa, è una donna impetuosa, spontanea, simpaticamente volgare, ma buona e in difficoltà nel gestire sua figlia, la dolcissima Michela.

Claudia infatti non ha un lavoro e una casa che possano garantire il benessere di sua figlia. Abbandonata dalla sua famiglia e dal padre di Michela che non ha mai voluto riconoscere la bambina, Claudia si trova a dover scappare e fuggire dai servizi sociali, complicando ogni volta la situazione.

Avviene così, casualmente, l’incontro di 4 anime sole, bisognose di tenerezza, amore, reciprocità. Quattro personaggi che con lo scorrere dello spettacolo cambieranno, smusseranno le loro durezze, aiutandosi reciprocamente e curandosi vicendevolmente le ferite provocate dalle difficoltà della vita.

Quattro singoli cuori bisognosi d’amore si troveranno a costituire una nuova famiglia non convenzionale, forse, fatta da persone non unite da un legame di sangue, ma che si scelgono e si vogliono bene, che vogliono amare ed essere amate. La regista mette magistralmente in scena un dramma dal tema molto attuale, che riguarda il cambiamento di una delle strutture sociali più antiche e più mutevoli della società, la famiglia.

Il messaggio che arriva dalla pièce a lieto fine di Claudia Lerro è che non importa quale forma o struttura abbia la famiglia, l’importante è che vi sia amore, che vi siano carezze, che vi sia tenerezza.

 

 

 

 

 

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