MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
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Molfetta. Carenza di personale medico, spazi inadeguati, insufficienza di barelle e attese interminabili sono solo alcune delle criticità in cui versa il Pronto Soccorso del “don Tonino Bello”
Situazione invivibile al Pronto Soccorso dell’ospedale di Molfetta per pazienti e personale medico-sanitario. La denuncia arriva da un operatore del 118, stanco di dover subire assieme a tutti i suoi colleghi le criticità di un sistema sanitario sempre più inefficiente.
Ai vecchi problemi, su tutti la costante carenza di medici, si aggiungono quelli causati dalla pandemia, che ha gioco forza rimodulato la fruizione degli spazi, peraltro già pressoché inadeguati, e l’accesso al servizio di emergenza-urgenza.
«La medicina territoriale è in carestia – riporta l’operatore sanitario nella sua lunga e dettagliata testimonianza – un buon 70-80% tra medici di base e guardia medica non fanno più visite domiciliari, la maggior parte delle volte si fidano delle descrizioni dei pazienti e prescrivono terapie a distanza, oppure, se la situazione appare più complessa, consigliano di rivolgersi direttamente al 118. In questo modo è chiaro che si intasano i Pronto Soccorso e non solo quello di Molfetta. Spesso siamo costretti a portare i pazienti a Corato, a Bari tra Policlinico e San Paolo, ma veniamo quasi ogni volta rimproverati perché anche loro sono in affanno e noi dobbiamo fare riferimento all’ospedale di Molfetta.
Il problema è che il Pronto Soccorso del “don Tonino Bello” è ogni giorno un campo di battaglia anche perché, appunto, la medicina territoriale non funziona più da filtro per gli ospedali. Qualcuno deve intervenire, la situazione è invivibile tanto per i pazienti, quanto per medici, infermieri e operatori socio sanitari. Non riusciamo a comprendere perché all’ospedale di Molfetta, che serve un bacino d’utenza di oltre centomila persone tra molfettesi e cittadini dell’hinterland, non viene assegnato altro personale medico e sanitario».
Grave l’incidente avvenuto in Pronto Soccorso a ridosso del Capodanno a una donna di oltre ottant’anni. Sistemata su una barella, in attesa di essere sottoposta a degli accertamenti, l’anziana signora ha provato ad alzarsi, ma mentre cercava di oltrepassare la traversa di sicurezza è caduta riportando fratture al bacino, all’omero e al volto. L’incidente, per cui è stata sporta denuncia dai familiari, pare sia accaduto perché tutto il personale in servizio era concentrato su un altro paziente arrivato in codice rosso.
«Quando stazionano in barella anche quindici/venti pazienti, mentre il personale in servizio è impegnato su casi della massima urgenza, chi li sorveglia, chi si prende cura di loro? Ed ecco come si spiegano gli incidenti. C’è da dire anche che il personale infermieristico che approda a Molfetta scappa via appena possibile perché ritmi e modalità di lavoro sono umanamente insostenibili. A rendere il quadro più preoccupante ci ha pensato il Covid, che ci ha messo di fronte alle gravi carenze che caratterizzano da tempo la nostra sanità. Perciò preghiamo chi di competenza a intervenire con la massima urgenza perché, se resta così, la situazione può solo peggiorare».
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