QUANDO IL CALCIO È UN GIOCO DA RAGAZZE: L’AVVENTURA DELLA NOX MOLFETTA

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Molfetta. Ripercorriamo l’esperienza sportiva e umana che ha condotto la Nox a diventare la prima squadra molfettese di calcio a 5 femminile in serie A2

molfettanoxH170123Aumentano in tutto il mondo le donne che giocano a calcio. In particolare, soprattutto negli ultimi dieci anni, in Italia si è affermato il calcio a 5. Un gioco di squadra che potremmo definire cugino del calcio a 11, nato in Uruguay negli anni ’30 del Novecento, dall’idea di un professore di Montevideo spinto dalla necessità di far giocare gli studenti in una piccola palestra.

Un gioco interessante, perché oltre ad avere delle regole del calcio tradizionale presenta anche elementi e regole mutuate da altri sport come la pallamano, la pallanuoto e la pallacanestro.

Uno sport che, come per il calcio a 11, si sta affermando sempre di più tra le donne. Uno sport bello, dinamico e imprevedibile, in grado di incuriosire e coinvolgere anche chi di calcio non ne mastica molto, soprattutto quando in campo ci sono le ragazze della Nox Molfetta.

Quando si assiste a una partita della Nox Molfetta è impossibile non partecipare ed essere coinvolti dal calore degli affezionatissimi tifosi e dalla passione con cui le ragazze giocano in campo.

Ed è proprio la passione uno degli assi portanti su cui si è costruito il successo di questa squadra.

Da due anni in Serie A2, la Nox Molfetta è riuscita nel giro di pochi anni a fare un salto di qualità passando dalla serie C alla A.

Un traguardo reso possibile da un team affiatato, dotato di giocatrici valenti e da due allenatrici spaziali, ovvero Girma Gadaleta, responsabile tecnico e allenatrice del Settore Giovanile e Alessandra de Bari, allenatrice della Prima Squadra.

Ascoltare la storia di Girma e Alessandra, in un certo qual modo è come ascoltare quella della Nox, perché è proprio grazie alla loro passione, alla loro tenacia e caparbietà che Molfetta può vantare di avere in città una realtà di calcio a 5 che ha tutte le carte in regola per puntare in alto e andare lontano.

I presupposti infatti ci sono tutti, c’è bravura, passione e tanta modestia, tre doti che Girma e Alessandra possiedono e che sono alla base del loro lavoro da allenatrici e responsabili di squadra.

Alessandra de Bari ha iniziato la sua avventura con la Nox da calciatrice, quando la società era in serie C. Alessandra, giocatrice promettente e con esperienze in squadre di alta categoria, venne richiesta dalla Nox proprio per aiutare la squadra a migliorare la sua posizione. Un’esperienza da calciatrice e da capitano della squadra che finisce presto a causa di un infortunio che costringe Alessandra a fermarsi, ma a rientrare in squadra come allenatrice. «Dopo l’infortunio pensavo che fosse arrivato il momento giusto per lasciare, ma parallelamente la società mi chiese di allenare la Nox. Una nuova opportunità, una preziosa esperienza, che mi ha permesso di non lasciare questo sport. Per me infatti, il calcio a 5 è uno stile di vita, non è solo uno sport. Per me è una necessità la domenica stare nello spogliatoio con le compagne, fare il pranzo dello sportivo, andare agli allenamenti settimanali, gioire e condividere una vittoria, così come passare le notti insonni prima di una partita».

Una passione grande quella di Alessandra che non contempla la parola sacrificio: «Non mi pesa il sabato sera sacrificarlo per una partita, perché c’è passione, io passerei la vita intera all’interno dei palazzetti. Non mi pesa allenarmi con le ragazze dopo il lavoro fino a mezzanotte e la mattina svegliarmi presto per andare a lavorare. Sono dei sacrifici che faccio con piacere. L’importante è che ci sia passione. Finché ci sarà passione non si potrà parlare di sacrifici».

Pensiero condiviso da Girma Gadaleta anche lei calciatrice e compagna di squadra di Alessandra prima nell’Arcadia e poi nella Nox e oggi promotrice di un altro progetto della società, il Settore giovanile di cui è anche allenatrice.

Girma, come Alessandra, ha iniziato a giocare fin da bambina a calcio e anche per lei: «Lo sport è una seconda pelle. Non abbiamo mai giocato da professioniste, né guadagnato mai come loro, ma ci siamo sempre comportate come tali io e Alessandra.

Sempre con il massimo rispetto, valore che cerchiamo di trasferire anche nella squadra, sia alle grandi sia alle piccole. Devi rinunciare alla tua vita privata a volte, però, a dire la verità, non mi è mai pesato rinunciare ai miei momenti di svago per andare agli allenamenti».

Due grandi professioniste Alessandra e Girma che sono riuscite a raggiungere con la Prima squadra un altro grande traguardo: la qualifica alle finali di Coppa Italia.

Una squadra quella della Nox dai grandi progetti e dalle grandi sfide, come quella del Settore Giovanile «Siamo le prime a Molfetta – dice con orgoglio Girma – ad aver messo in piedi una scuola di calcio a 5 femminile giovanile. Il nostro è stato un investimento vero e proprio. Non è semplice per tanti motivi, ma siamo felicissime di aver dato vita a questo progetto. Siamo partite da 4 bambine, adesso ne abbiamo circa 40. In poco più di un anno abbiamo avuto un incremento di iscrizioni impressionante. Ad ogni modo – chiosa Girma – a noi poco importano i numeri. Ciò che vale è vedere come rispondono le nuove allieve che sono legatissime alle atlete della Prima squadra che seguono in ogni partita, anche in trasferta».

Un’altra bella sfida quella della scuola di calcio a 5, un’idea che nasce dal fatto di non condividere alcuni sistemi del calcio mercato, ci dicono le due mister. «Quindi abbiamo pensato di formare noi stesse delle nuove atlete. E poi è bellissima l’idea di poter dare a una ragazzina a cui piace giocare a calcio, la possibilità di farlo non per strada come noi e in più con una guida. Quello che ci è mancato da giocatrici, o da bambine lo vogliamo dare e costruire sia per le grandi che per le piccole».

Quindi passione, bravura, professionalità, coraggio e altruismo sono le componenti che non devono mancare per portare avanti un grande progetto come quello che il tutto il team Nox, con la caparbietà di due donne spaziali come Girma e Alessandra, stanno portando avanti con i meritati successi.

E a proposito dei pregiudizi e differenze di genere, Girma e Alessandra ci dicono che: «Di passi avanti ne sono stati fatti, ma forse in Italia siamo ancora un po’ indietro sui diversi fronti, come quello delle retribuzioni che sono dive dai colleghi uomini, anche se i sacrifici sono gli stessi, l’impegno e gli infortuni sono gli stessi. Purtroppo – chiosano i due mister – né da giocatrici, né da allenatori o da dirigenti le donne nel mondo del calcio, e non solo, hanno lo stesso trattamento. Su questo, e molto altro, di strada ce n’è da fare».

E la faremo.

Foto di Copertina di Martina Camporeale

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