IL PROF. PASQUALE GALLO OSPITE ALL’FERRARIS DI MOLFETTA PER RICORDARE VITTIME E D EROINE DELL’OLOCAUSTO

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Molfetta. Il circolo dei lettori dell’IISS Galileo Ferraris di Molfetta ha celebrato la Giornata della Memoria ospitando il prof. Pasquale Gallo autore del libro “Profughe e combattenti ebree nella Bari del 1944”

Il Circolo del lettori dell’I.I.S.S. Galileo Ferraris di Molfetta ha ospitato, presso la sala conferenze del liceo Rita Levi Montalcini, il prof. Pasquale Gallo, autore del libro Profughe e combattenti ebree nella Bari del 1944, accompagnato da Maria Teresa Gallo.

L’incontro è stato organizzato dalle docenti referenti del Circolo dei lettori Beatrice Scava e Clara Spagnoletta, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria per ricordare le vittime e al tempo stesso gli eroi dell’Olocausto.

Il libro narra la storia di sei donne: Ina Jun-Broda, Hertha Reich, Milica Leitner von Sacher-Masoch, Haviva Reich, Hannah Senesh e Elisabeth Weiss, accomunate dall’aver rivestito un importante ruolo nella pagina barese della Seconda guerra mondiale. La conferenza è stata introdotta, come di sovente, da un book trailer realizzato dallo studente Paolo Di Bari, al quale è seguita la lettura di una poesia di Ina Jun-Broda, intitolata “Odio?”.

Successivamente è intervenuto l’autore illustrando le motivazioni che l’hanno portato alla scrittura di questo libro, dar voce alle donne che hanno combattuto in un mondo dominato dagli uomini per affermare principi di pace e libertà.

Ha raccontato la storia di Haviva Reich, giovane paracadutista che fu esclusa da una missione in quanto donna ma che, mettendo a punto una strategia, riuscì a raggiungere i suoi compagni e fu per questo catturata, torturata e uccisa. Si tratta di una ragazza simbolo della lotta a favore della parità di genere, sacrificandosi pur essendo consapevole dei rischi.

È stato fornito un altro esempio, quello di Hannah Senesh, agente segreto e poetessa ungherese i cui versi sono stati messi in musica diventando inni cantati nelle scuole primarie. Per concludere, il professore ha mostrato la foto di alcune lapidi di ebrei sepolti nel cimitero di Bari, tra cui quelle di Elizabeth Weiss e Ervin Furst, che hanno perso la vita a seguito dell’esplosione di una nave carica di munizioni nell’Aprile del 1945 mentre lavoravano nel proprio ufficio. L’autore ha infatti ricordato che: “Non si muore da combattenti soltanto in prima linea, ma anche lavorando dietro una scrivania”.

Occorre, quindi, dar voce a queste donne, spesso messe in secondo piano rispetto agli uomini, perché lo scopo è mettere insieme le piccole storie per comporre la “macrostoria”, facendo sì che la giornata della memoria non sia solo retorica, ma, citando Liliana Segre, valga come “vaccino contro l’indifferenza”. 

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