GIORNO DEL RICORDO, LE PAROLE DEL SINDACO TOMMASO MINERVINI

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Molfetta. Ricordando le vittime delle foibe il sindaco Minervini insiste sul valore culturale della memoria

Sul valore della memoria storica si fonda la democrazia. Il sindaco Tommaso Minervini nel Giorno del Ricordo commemora le vittime delle foibe e sottolinea, rivolgendosi soprattutto ai giovani, l’importanza di leggere il presente tenendo bene a mente il passato per rendere il futuro un posto sempre migliore.

«A marzo del 2004 il Parlamento, con larghissima maggioranza, istituì il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Una delle pagine più buie del secolo scorso che raccontano degli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia costretti a subire una vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole.
Molfetta, già prima di quella data, con il compianto professor Giovanni De Gennaro, aveva espresso l’idea che la violenza dovesse essere bandita da qualunque parte arrivasse.

L’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate, le migliaia di persone uccise narrano di un’altra pagina tragica della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze.

I crimini contro l’umanità non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista slavo.
E le foibe, per decenni, ne sono state silenziose custodi insieme con la memoria dei sopravvissuti, di coloro che riuscirono a mettersi in salvo, anche a bordo di bastimenti, di pescherecci che dalla nostra città raggiunsero quelle terre martoriate.

Si deve alle testimonianze degli esuli e dei loro discendenti se oggi il capitolo delle Foibe e dell’esodo è entrato a far parte della nostra storia nazionale.

Mi rivolgo ai giovani, agli studenti perché sappiano fare tesoro degli errori del passato per evitare che tragedie simili possano ripetersi. L’odio, la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, di qualunque provenienza, germinano solo altro odio e violenza, portano alla negazione dei diritti fondamentali della persona. Per questo è nostro dovere di uomini e di donne, difendere e rafforzare gli istituti della democrazia, del dialogo, della cultura dell’altro e dell’accoglienza. Sempre. E oggi, nel mondo, ce n’è tanto bisogno».

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