NO AGLI OPEN SHOP H24 TRA CENTRO STORICO E AREE DI PREGIO, IL CONSIGLIERE INFANTE PRESENTA UNA NUOVA INTERPELLANZA

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Molfetta. Alla notizia di un nuovo Open Shop h24 in Corso Dante, il consigliere d’opposizione chiede che venga rivisto il Piano Urbano del Commercio

Un nuovo Open Shop H24 troverà posto nella zona storica di Molfetta, su Corso Dante. A darne notizia è il consigliere di Rifondazione Comunista / Più di così Giovanni Infante, che raccoglie le lamentele di alcuni cittadini residenti di borgo e centro storico, allarmati dal proliferare di questi spazi commerciali self service.

Sulle preoccupazioni rappresentate della cittadinanza e sulla richiesta di modifica al Piano Urbano del Commercio, si incentra la nuova interpellanza consiliare sottoscritta dal consigliere Infante per chiedere al sindaco di evitare l’installazione di Open Shop H24 nel centro storico e nelle aree di pregio della città.

«Ci è giunta in questi giorni segnalazione da parte dei residenti del centro storico circa la prossima apertura di un nuovo open 24 su Corso Dante n. 80, adiacente l’arco di accesso di via Piazza. L’ennesimo che potrebbe inaugurarsi a distanza di meno 50 metri da un altro già operativo da tempo. La preoccupazione dei residenti – spiega il consigliere Infante nel testo del documento protocollato – è giustificata dal fatto che queste attività, punti di distribuzione di bibite e di alimenti “mordi e fuggi”, sono spesso terra di nessuno con bivacchi e schiamazzi che si protraggono sino a notte inoltrata. Insomma, una situazione figlia di una visione miope di sviluppo del centro città e del commercio cittadino che, invece di incentivare gli insediamenti commerciali capaci di creare occupazione e socialità, privilegia gli open shop determinando una vera e propria concorrenza sleale per i ristoratori della zona.

Il Documento Strategico del Commercio , approvato dalla maggioranza a sostegno di Tommaso Minervini nel 2022, non è andato oltre il mero recepimento della logica della legislazione nazionale che ha  eliminato ogni tipo di vincolo all’insediamento delle attività commerciali perfino quelli a tutela delle imprese.

Invece  un’alternativa esiste: un regolamento che possa disciplinare con incentivi, disincentivi e premialità fiscale le attività commerciali e che può essere adottato proprio nelle aree di pregio nell’ambito del DUC, il distretto urbano del commercio. 

Si tratta semplicemente di riconoscere come tale il “centro storico”, già incluso nel perimetro del DUC, impedendo aperture di open shop in quell’area. Ed è questa la proposta del collettivo di Rifondazione Comunista e Più di Così, parte integrante del programma delle elezioni comunali dello scorso anno. Ci chiediamo pertanto quale volontà politica l’attuale amministrazione Minervini vorrà assumere rispetto ai bisogni reali della città e quale idea di commercio intende proporre anche rispetto alla questione degli Open Shop».

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