DA MOLFETTA A TARANTO, L’UMANOIDE APHEL TORNA DAI BAMBINI IN OSPEDALE PER RACCONTARE TANTE NUOVE STORIE

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Molfetta. Programmato dai ragazzi del Liceo Einstein, APHEL torna nel reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Oggi la presentazione della seconda parte del progetto
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Prende avvio oggi 22 febbraio presso il Liceo Scientifico Einstein di Molfetta la seconda tappa del progetto “Ti Aphel e ti racconto”, intrapreso lo scorso anno dalla scuola con Predict, sviluppatore di tecnologie innovative nel settore dell’healthcare. Inserito nell’ambito del Programma “Schegge di Scienza e Tecnologia” della scuola, l’iniziativa ha avuto il duplice obiettivo di potenziare la formazione degli studenti e generare buone pratiche per i docenti.

Il progetto ha visto la lunga collaborazione dei ricercatori di Predict e il dipartimento di matematica del liceo con gli alunni delle seconde classi, che hanno lavorato insieme alla programmazione di APHEL. Ideato dall’azienda, il robot APHEL è in grado di svolgere compiti di routine negli ospedali, dall’accettazione all’interazione con i pazienti fino al supporto del personale sanitario.

La prima fase del progetto ha visto gli studenti cimentarsi nella ideazione e realizzazione – tramite linguaggio di programmazione proprietario della piattaforma APHEL – di nove storie educative ispirate all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, strutturate secondo diagrammi di flusso e diramazioni narrative per generare finali alternativi. A questi, si sono aggiunti un quiz di matematica e di latino, per evidenziare la doppia anima – scientifica e classica – del plesso scolastico. Le storie e i test così ideati sono stati trasferite su APHEL per la fruizione, che si è così trasformato in un cantastorie digitale per i piccoli pazienti dell’Ospedale Ss. Annunziata di Taranto. Nei reparti di pediatria, infatti, APHEL diventa un prezioso intrattenimento per i bambini, con cui interagisce grazie a diverse strategie multisensoriali.

Nella seconda fase, gli studenti testeranno tredici nuove storie interattive programmate per il robot e diventeranno tutor di un corso di formazione che ospiterà i professori del Politecnico di Bari e novanta docenti provenienti da scuole di diverso ordine e grado dei Comuni di Molfetta, Giovinazzo, Trani, Bisceglie, Casamassima e Ostuni. Suddivisi in gruppi, i docenti programmeranno altre storie e apprenderanno a loro volta le basi della programmazione per portare l’esperienza della didattica generativa all’insegna della tecnologia umanistica nelle proprie aule, attivando un circolo virtuoso di utilità sociale. È la base dell’apprendimento STEAM, la nuova sigla in cui l’Arte si integra competenze scientifiche e matematiche per completarle.

«Il supporto di Predict in questo progetto è stato fondamentale. L’azienda ci ha insegnato a programmare in accordo agli obiettivi degli sviluppatori di APHEL e ai linguaggi di programmazione prescelti, e a pensare alla robotica in termini educativi e non come attività fine a se stessa. I programmatori e il CEO, ex studente del liceo, hanno passato tante giornate seguendo i ragazzi dimostrando attenzione nei confronti delle nuove generazioni, le stesse che un giorno potrebbero diventare professionisti nel campo dell’healthcare. È un segno di forte rapporto con il territorio», ha commentato la dirigente scolastica Giuseppina Bassi.

«”Ti Aphel e ti racconto” è stato un progetto circolare, fatto dai ragazzi per i ragazzi. Come azienda nel campo dell’healthcare – ha dichiarato Monica Carella, Sales & Product Manager APHEL e project leader dell’iniziava – siamo fortemente convinti che la tecnologica possa migliorare la qualità della vita delle persone in vari modi: è bello riscontrare che, attraverso APHEL, si sia stabilita una connessione tra gli studenti della scuola di Molfetta e quei bambini dell’Ospedale di Taranto che hanno dovuto lasciare i propri compagni di classe per intraprendere un cammino di cure. APHEL, in questi lunghi mesi di laboratori, è così diventato una tecnologia partecipata, in cui le storie realizzate dai ragazzi si sono intrecciate con l’unico grande filo conduttore della solidarietà. Ci auguriamo che anche altre scuole a livello nazionale possano condividere il messaggio di altruismo dei ragazzi dell’Einstein e portare avanti questo tipo di visione, dove la tecnologia diventa una leva a supporto dello sviluppo umano e sociale».

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