CRISI STABILIMENTO BOSCH DI MODUGNO, GIOVANNI INFANTE PROPONE LA DISCUSSIONE IN CONSIGLIO COMUNALE

Molfetta. Il consigliere Infante chiede che l’amministrazione faccia tutto quello che rientra nelle sue competenze per evitare i 700 licenziamenti che l’azienda ha annunciato per i prossimi cinque anni
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La crisi dello stabilimento Bosch di Modugno, e dell’automotive più in generale, approdano in consiglio comunale. A voler affrontare l’argomento nella massima assemblea cittadina è Giovanni Infante, consigliere di Rifondazione Comunista / Più di Così, che nella mattinata di venerdì scorso ha protocollato la sua proposta di ordine del giorno.

L’obiettivo è quello mettere in campo tutte le azioni possibili e attivare tutti canali istituzionali per evitare i 700 esuberi annunciati dallo stabilimento Bosch di Modugno per i prossimi cinque anni.

«Purtroppo – chiarisce Infantesi tratta soltanto dell’ultimo capitolo di una crisi che sta coinvolgendo tutto il settore dell’automotive, dalla Magneti Marelli alla GKN e le cause sono da ricercare nella pur assolutamente necessaria riconversione ecologica, che però non va di pari passo con la riconversione produttiva degli impianti. Ciò sta determinando alti tassi di disoccupazione “tecnologica” con costi sociali elevatissimi».

Considerata la pesante ricaduta sull’economia cittadina, dato che sono tantissimi sono i lavoratori molfettesi impegnati nello stabilimento Bosch di Modugno, il consigliere Giovanni Infante chiede che il sindaco e la giunta comunale mettano in campo “tutte le azioni possibili e attivare tutti i canali istituzionali in primis con la Regione, affinché si impegni a finanziare corsi di formazione sul nuovo prodotto elettrico per i lavoratori e i sindaci dell’area metropolitana, affinché si faccia sentire la pressione delle comunità locali verso il governo e la multinazionale per una soluzione condivisa che scongiuri la chiusura e metta in campo le azioni necessarie per il rilancio dello stabilimento di Modugno, verso una riconversione ecologica della produzione che garantisca la stabilità occupazionale non solo per il presente, ma anche per il futuro”.

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