MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
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La casa discografica molfettese, Digressione Music in tempo di quaresima torna a proporre un classico della produzione delle marce funebri Clangori di Tromba a cura della Grande Orchestra di fiati Francesco Peruzzi.
La nota Banda Molfettese prosegue il suo lavoro di registrazione e pubblicazione delle marce funebri che da oltre centocinquanta anni accompagnano i riti e le processioni quaresimali.
Tale repertorio si è formato nel corso di alcuni decenni, a partire verosimilmente dal 1857 anno in cui Vincenzo Valente (1830-1908) compose U Conzasiegge la più antica Marcia Funebre molfettese oggi conosciuta.
Da allora fino ai primi decenni del Novecento, quando Francesco Peruzzi (1863-1946) riordinò e riarrangiò per i nuovi organici bandistici il “catalogo” realizzato nei precedenti lustri, le composizioni di autori locali e di altri forestieri, più o meno insigni, hanno composto un variegato repertorio, che ben descrive l’avvicendamento degli stili e dei gusti musicali fra Ottocento e Novecento.
Una tradizione forte e molto sentita quella delle marce funebri che nel tempo sono diventate parti inscindibili dalle processioni.
L’8 aprile del 1950, su Momento-Sera, il gentiluomo Vitangelo Poli descriveva la Molfetta di un’epoca passata: «l’Addolorata in gramaglie…è un tramonto ancora freddo di marzo, con le luci arrossate all’occàso».
Del Venerdì Santo scriveva: «siamo nella città vecchia…figure tipiche della vecchia Molfetta, avvoltolate in ampi scialli, alla foggia antica, si vedono apparire tra quegli archi e quelle finestrelle medievali … Cristo all’Orto è in carattere con la sua frasca, tra i suoi ulivi…è il meriggio pieno, ampio, solare, che contrasta con la visione funerea della morte di Cristo».
Infine, ecco la notte del Sabato Santo: «appare nella notte a Pietà dinanzi ai nostri occhi…la Morte che passa…i segni della sofferenza fisica sino allo strazio e noi soffriamo assieme…in quella notte gelida e bianca, ma olezzante come l’ultimo fiore che muore anch’esso tra le prime tenere foglie».
Le processioni rappresentano l’apice della devozione popolare molfettese, che in tutta la Quaresima si manifesta attraverso le funzioni dei Venerdì presso la chiesa di Santo Stefano e con il Pio esercizio in onore di Maria SS. della Pietà nella Chiesa del Purgatorio.
Il Settenario in onore della Beata Vergine Addolorata conduce al Venerdì di Passione, quando l’Arciconfraternita della Morte dà luogo alla processione dell’Addolorata.
Il simulacro è opera di Giulio Cozzoli, un lavoro dei suoi ultimi anni. Gli altri due riti esterni riguardano le giornate del Venerdì e del Sabato Santo. Per quanto riguarda la processione dei Misteri il Venerdì Santo, curata dall’Arciconfraternita di Santo Stefano, occorre dire che sia i percorsi sia gli orari hanno subìto nel corso degli anni modifiche rilevanti.
La descrizione del percorso settecentesco la ricaviamo dalla lettura della Synodus del vescovo Fabrizio Antonio Salerni (1726). Dal 1988 l’orario di uscita è ritornato alle ore 4, la ritirata intorno a mezzogiorno del Venerdì Santo. Gli orari della processione del Sabato Santo (fino al 1955) prevedevano l’uscita a mezzanotte del Venerdì Santo con la ritirata entro le ore 9 del mattino del Sabato, a cui seguiva la lunga funzione di Pasqua in Cattedrale.
Dal ’56 il tutto si svolge nella giornata del Sabato Santo, con l’uscita a mezzogiorno e la ritirata entro le ore 22. Alle processioni del Venerdì e del Sabato prendono parte tutte le confraternite cittadine. Alla processione Venerdì il Cristo Morto è riservato ai confratelli di S. Stefano e alla processione del Sabato la Pietà è portata a spalla dai confratelli dell’Arciconfraternita della Morte, avente tra gli scopi originari il culto dell’Addolorata e della Maddalena e quello di seppellire gratuitamente gli indigenti.
I quattro volumi della produzione Clangori di tromba sono disponibili sulla piattaforma www.digressionemusic.it e possono essere venduti singolarmente.
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