A-MORS, L’AMORE VINCE TUTTO: L’IMPORTANZA DI PRENDERSI CURA DEGLI ALTRI NEL LIBRO DELL’AUTRICE MOLFETTESE FULVIA ALTOMARE

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Molfetta. Nelle pagine di “A-mors, il cane che non voleva morire”, la cifra umana e stilistica dell’eclettica Fulvia Altomare
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L’amore vince tutto, inganna la morte e qualche volta riesce persino a sconfiggerla. È questa la storia di “A-mors, il cane che non voleva morire”, terzo libro della scrittrice molfettese Fulvia Altomare, pubblicato a dicembre scorso dalla Fides, casa del gruppo editoriale “Les Flâneurs”.

Massacrato di botte per anni da due persone senza scrupoli e senza morale, che sfogano sul povero animale tutte le loro frustrazioni, Amore è un cane che soffre profondamente senza smettere mai di sperare di incontrare, prima o poi, qualcuno che gli voglia bene.

Il cane vive in balia dei suoi aguzzini per tre anni e più volte guarda la morte in faccia a causa dei maltrattamenti disumani a cui è quotidianamente sottoposto, ma il destino ha altri piani per lui che non è capace di opporsi alla violenza, che non è capace di odiare e provare rancore.

Con la sua storia si intrecciano altre vite sofferte, su tutte quella di Mahmud, un padre disposto a qualunque sacrificio pur di assicurare una sorte luminosa a suo figlio Hassan, che la madre ha abbandonato da un momento all’altro per rincorrere sfarzo e mondanità.

Dopo tanto dolore, vissuto con la dignità propria solo di chi possiede un animo puro, l’amore trova il modo di trionfare e di cambiare per sempre le sorti dei protagonisti.

Attraverso “A-mors, il cane che non voleva morire”, Fulvia Altomare pone l’accento su una umanità sempre meno presente a se stessa, su un mondo talmente complesso che tende a soffocare l’innato bisogno di ascolto e di cura verso cui tende ogni essere vivente. Persone e animali, ma anche piante e fiori, splendidi e silenziosi testimoni di una storia vera, a cui l’autrice sente il dovere di attribuire un meraviglioso lieto fine.

«Amore si rifiuta di morire e per questo merita di vivere – spiega Fulvia Altomarementre chi dovrebbe prendersene cura si rifiuta di vivere, perciò merita di morire. La storia vera da cui il libro è tratto purtroppo non finisce così, ma in fondo la scrittura serve anche a questo, a cambiare le carte in tavola per far vincere una volta tanto chi è ingiustamente condannato a perdere. Sono troppi i cani che soffrono a causa di maltrattamenti e abbandoni insensati, finendo nei canili che, se non contassero sul supporto dei volontari, sarebbero delle vere e proprie carceri. Come loro, anche gli anziani vengono troppo spesso relegati  in case di cura dove non sempre trovano adeguata assistenza. Per non parlare poi dei migranti, che oltre al loro carico di sofferenza devono sopportare razzismo, pregiudizio ed emarginazione, che sono i problemi esistenziali di chi dovrebbe invece accoglierli. Questo libro punta dritto al cuore di chi legge per ricordare che siamo tutti sotto lo stesso cielo e che aiutarsi a vicenda non solo salva la vita, ma la rende decisamente migliore».

Collaboratrice amministrativa in pensione e ora scrittrice, Fulvia Altomare ha da sempre dedicato buona parte del suo tempo libero alla cura dei cani in canile. Perciò ha deciso che parte del ricavato della vendita di “A-mors, il cane che non voleva morire” sarà devoluto a favore del benessere dei cani ospiti del canile comunale di Molfetta. Grazie al ricavato, infatti, sono state acquistate delle nuove e confortevoli cucce già installate all’interno, mentre ora la raccolta fondi è finalizzata all’acquisto di piccole piscine in cui i cani potranno trovare refrigerio durante l’estate.

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