AL TEATRO BABILONIA DI MOLFETTA GIACOMO DIMASE IN “SPAIDERMEN”
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Considerata un tempo necessaria alla sopravvivenza del genere umano, la caccia oggi rappresenta per tantissime persone una pratica inutile e crudele. Per abolirla è stata organizzata su tutto il territorio nazionale una raccolta firme mirata all’indizione di un referendum abrogativo.
A Molfetta l’attività di sensibilizzazione unitamente alla raccolta firme è organizzata e promossa dal comitato cittadino “No al Circo con gli animali”, presente dallo scorso weekend su Corso Dante con un banchetto che sarà presente nei pressi del Cin Cin Bar ogni sabato e domenica dalle ore 19 alle ore 22.
«Invitiamo la cittadinanza a firmare per una giusta causa. Abolire la caccia – dichiarano dal comitato – significa bandire una volta per tutte una pratica crudele e incivile. Potremo essere il primo Paese a vietare un’usanza violenta e non necessaria, che ogni anno uccide milioni di animali, inquina l’ambiente e mette in pericolo la vita delle persone. Come Comitato animalista antispecista, ci impegniamo a tutelare i diritti degli animali con azioni concrete e continue sul territorio molfettese, come le varie manifestazioni ed azioni contro il circo con animali. Il nostro obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza e fare pressione sulle Istituzioni. Confidiamo nel contributo di tutte quelle persone sensibili ed amanti degli animali, e Molfetta ne è piena. Una firma non costa niente, ma potrà risparmiare la vita di tante creature innocenti».
Oltre a uccidere gli animali selvatici, già decimati dall’inquinamento ambientale, la caccia è anche inefficace come metodo di controllo della fauna. Le alternative più umane ed etiche per gestire la popolazione di animali selvatici, sono la sterilizzazione, il ripristino degli habitat naturali e la promozione della convivenza armoniosa tra persone e animali.
È possibile dare il proprio contributo firmando per il referendum abrogativo non solo presso i banchetti allestiti a Molfetta come in tutta Italia, ma anche online a questo link.
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