LUSSO SFRENATO GRAZIE A SPACCIO E FURTI AI DANNI DI ANZIANI: GLI ARRESTATI A MOLFETTA NEL BLITZ DEI CARABINIERI

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Molfetta. Soldi, abiti di lusso, cene sontuose e champagne nei post di alcuni degli arrestati, che ostentavano la loro ricchezza sui social
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Tredici persone sono in carcere, tre ai domiciliari e due sono sottoposte a obbligo di firma con l’accusa di spaccio, detenzione illegale di armi, furto aggravato e indebito utilizzo da parte dei detenuti di dispositivi per comunicare con l’esterno.

Con queste accuse i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, supportati dai militari del Nucleo cinofili di Modugno, all’alba di ieri, martedì 13 giugno, hanno smantellato l’attività illecita di un clan criminale.

Le porte del carcere si sono aperte per: Alessandro Anaclerio, Miriam Antonino, Nicola Antonino, Francesco Saverio Facchini, Mario Lagrasta, Vito Domenico Lomuscio, Cosimo Magrone, Paolo Manzoni, Domenico Marzocca, Felicia Patruno, Denis Petroni, Giuseppe Petruzzella e Vito Tota.

Ai domiciliari sono finiti invece: Davide Caradonna, Filippo Caravella, Annalaura Petruzzella. Sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di Molfetta: Giovanni Panunzio e Daniele De Pinto.

Diversi membri del clan sono giovani e nullafacenti, nonostante via social ostentino fiumi di denaro in mazzette da migliaia di euro, scarpe e vestiti di lusso, cene sontuose in ristoranti di prestigio, champagne aperto a sciabolate e messaggi espliciti rivolti all’indirizzo dei “concorrenti”, come «Voi tre mesi, noi tre giorni».

I Carabinieri del Capitano Francesco Iodice hanno seguito gli indizi raccolti e ricostruito le dinamiche affaristiche di un clan che a Molfetta gestiva una buona fetta di attività illecite, contribuendo in maniera decisiva a smantellare una fitta rete di malaffare che coinvolge ragazzi poco più che ventenni e soggetti ben più scafati, di oltre cinquant’anni. Dietro le sbarre sono finite anche quattro donne, mogli e madri dei capi, che li aiutavano nella gestione del mercato e portavano in carcere cellulari nascosti nella biancheria intima e droga che veniva passata durante le visite attraverso appassionati baci.

Oltre a spacciare cocaina, hashish e marijuana, secondo quanto accertato dai militari molfettesi, alcuni membri del clan erano dediti anche ai furti in appartamento, soprattutto ai danni di anziani di cui conoscevano abitudini e legami di parentela.

In un’occasione tre membri del clan fingendosi tecnici o operai, come anche accaduto in altri episodi, si sarebbero introdotti nell’abitazione di una signora di 89 anni riuscendo a sottrarle orologi e monili in oro, alcuni dei quali recuperati  dai militari, mentre in un’altra occasione è stata raggirata una signora di 79 anni con l’obiettivo di rubarle anelli, bracciali e contanti.

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