«A TORRE GAVETONE SI AGGIRANO SOGGETTI INQUIETANTI», LA SEGNALAZIONE DI UN LETTORE

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Molfetta. Un cittadino riporta due episodi accaduti a Torre Gavetone, in cui si è sentito in pericolo per la presenza di alcuni individui
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«Mi piacerebbe portare alla luce dei fatti di cui non si è ancora mai parlato. Torre Gavetone è una gemma di Molfetta che grazie al mare, al panorama, ed al lido, d’estate si trasforma praticamente nel centro città. Nonostante le centinaia di persone di tutte le età che ci confluiscono quotidianamente, non esiste alcun tipo di sicurezza: non solo la spiaggia non ha bagnini, ma non esistono unità che pattuglino regolarmente la zona, siano esse Carabinieri, Polizia Locale, o Guardia Costiera».

Inizia così la segnalazione inviata da un cittadino di Molfetta, che riferisce di voler portare all’attenzione dell’opinione pubblica due episodi a suo avviso inquietanti, accaduti a distanza di tempo, ma simili a quanto riportano altri frequentatori della zona.

«Il primo fatto risale ad inizio estate 2021. É primo pomeriggio e sono al mare con la mia ragazza, a Torre Gavetone. Causa orario e periodo c’è ancora pochissima gente. Decidiamo di metterci a prendere il sole su uno scoglio oltre il casale di Torre Gavetone, abbastanza nascosto. Notiamo un uomo in piedi, alla punta di uno scoglio che si estende in mare per diversi metri oltre la costa, l’unico punto da cui ci si può vedere. Quest’uomo, nonostante quasi in acqua, è completamente vestito, incluse scarpe da ginnastica e borsello a tracolla. A tratti guarda il mare, a tratti sta al telefono.

Il nostro scoglio è qualche metro sotto il livello del sentiero di Torre Gavetone. Il ciglio è però lontano dal sentiero, quindi bisogna deliberatamente avvicinarcisi per scorgerci. Notiamo un’altra figura, inizialmente ferma su uno scoglio sull’altro lato, poi che passeggia lungo il ciglio del nostro scoglio, sopra di noi. Anche lui completamente vestito, e al telefono. Non ci facciamo domande, è gente che passeggia al mare. Col senno di poi ci siamo accorti che ci avevano ronzato attorno per almeno un’ora.

È ora di tornare a casa. Però decidiamo di fare prima una passeggiata lungo la litoranea, allungandoci fino al cementificio abbandonato. Incrociamo per strada il secondo individuo che cammina nella direzione opposta, al telefono. Prima di entrare nel cementificio, notiamo in lontananza, sulla litoranea verso Giovinazzo, il primo dei due individui, sulla punta di un altro scoglio. Ancora non ci facciamo nessuna domanda.

Il cementificio abbandonato ha un’unica entrata: un buco in un muretto sfondato, lungo la litoranea. Ci entriamo, camminiamo 100 metri verso l’edificio abbandonato, non c’è nessuno. D’un tratto, voltandoci, vediamo una figura sbarrare l’unica uscita possibile. É un anziano, un pescatore, che ci osservava da un po’ e aveva notato tutto. Ci comunica che i due individui ci stavano pedinando da diverso tempo, e che ci conviene allontanarci. Mentre ci parla, passa dietro di lui il secondo individuo che fa finta di nulla e cammina oltre.

Salto di 2 anni. Siamo a ieri (mercoledì 19 giugno per chi legge, ndr), tardo pomeriggio. Ho voglia di fare un bagno, il bar di Torre Gavetone è chiuso ed al mare c’è pochissima gente. Il sole sta ormai tramontando e decido di fare una passeggiata prima di tornare a casa. Cammino lungo la litoranea tra Torre Gavetone ed il cementificio, incrociando un uomo che solleva lo sguardo dal telefono per fissarmi insistentemente. Proseguo verso il cementificio, poi ci entro per continuare la mia passeggiata. Non passano neanche 30 secondi che vedo un’altra figura, questa volta sbucare dall’edificio abbandonato in fondo al complesso, dalla parte opposta rispetto all’entrata. Di getto mi tornano in mente tutti i fatti raccontati sopra, e faccio dietro front. Appena all’uscita dal muro del cementificio incrocio il primo individuo, appena arrivato lì, nell’atto di voltarsi verso l’entrata.

Mi avevano accerchiato. Riesco a schivarlo e cammino velocemente verso il mio motorino parcheggiato a Torre Gavetone. Intanto mi volto e vedo in lontananza il secondo individuo, quello sbucato dal cementificio, sulla punta di uno scoglio, al telefono. Il primo entra nel cementificio, quasi dandogli il cambio. Sono ormai al motorino; indosso il casco e metto in moto. Non faccio in tempo a ripartire che è di nuovo a Torre Gavetone, sempre impegnato al telefono. Sono andato via con la pelle d’oca.

Non conosco le intenzioni di queste persone. I Carabinieri non mi hanno permesso di sporgere denuncia, non essendo stato commesso alcun crimine, ma hanno accolto i fatti come segnalazioni. Invito tutti i lettori a fare lo stesso, e a condividere in ogni modo possibile questo tipo di esperienze, perché è l’unico modo di portare consapevolezza di questa problematica e sperare in un’azione da parte di Istituzioni e Forze dell’Ordine».

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