INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO, LA DENUNCIA DEGLI ESPROPRIATI: «OPERE ILLEGALI»

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Molfetta. Sul piede di guerra i proprietari, pronti a mettere in atto azioni risarcitorie e denunciare i responsabili
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Guglielmo Facchini, portavoce dei proprietari dei suoli sottoposti a procedura di esproprio relativo all’intervento di mitigazione del rischio idraulico, evidenzia irregolarità ed errori di progettazione.

In una nota diffusa alla stampa nei giorni scorsi, parla di “opere abusive” e “non autorizzate”, denunciando la «Mancanza di procedure amministrative e di autorizzazione corrette, di pareri favorevoli rilasciate dalle autorità preposte al controllo di autorizzazione, concretizzando, così, molteplici violazioni ambientali, contabili, palesi errori di progettazione, meglio specificati nella breve esaustiva relazione specialistica dell’Ing. Luigi Fanizzi, specializzato in ingegneria idraulica ed ambientale.

In sintesi, si evincono molto chiaramente e schematicamente i molteplici impedimenti giuridici, contabili, errori di progettazione, errori di calcolo di portata dei ritorni delle ondate di piena, violazioni di leggi paesaggistiche, errori di calcolo del progetto esecutivo e  nella costruzione, tali da rendere improcedibiliinefficaci, pericolose ed inutili tali opere.

Sopratutto mancano le autorizzazioni del governo centrale, che aboliscano i molteplici vincoli  paesaggistici che proteggono le aree sottoposte ad occupazione di urgenza che tali opere illegittime realizzano nel loro insieme .

Tali opere si pretende di attuarle senza gli obbligatori adeguamenti autorizzativi del governo centrale nazionale, con il parere contrario dell’Arpa, con il parere contrario delle associazioni, quali ad esempio Legambiente, senza soddisfare le richieste improrogabili dell’Autorità di Bacino (Autorità Sovraordinata interregionale di Bacino dell’Appennino Meridionale con sede a Valenzano),  senza la partecipazione e la condivisione della cittadinanza, nonostante l’ordinanza del Tar, che con atto sospensivo della loro realizzazione emesso il 17/05/2023 e pubblicato il 25/05/2023  ne ha vietato la realizzazione.

Infine, non si capisce perché, anziché realizzare un progetto con all’attivo il parere favorevole dell’Autorità di Bacino,  del costo di soli sei milioni di euro, il quale mette in sicurezza tutto l’agro e l’abitato di Molfetta, si deve attuare un progetto del costo di 26 milioni di euro, che mette in sicurezza solo in parte la zona ASI e la zona PIP.

Si comunica che sono già in atto azioni risarcitorie da parte di alcuni proprietari dei suoli, nonché molteplici denunce penali a carico degli amministratori».

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