STRAGE DI VIA D’AMELIO, 31 ANNI DOPO: IL MESSAGGIO DEL SINDACO MINERVINI

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Molfetta. «A noi resta il compito di impegnarci tutti in prima persona al rispetto della legalità», ha dichiarato il sindaco Minervini
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«È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti». Questa è una tra le più celebri frasi del magistrato Paolo Borsellino, che 31 anni come oggi fa perdeva la vita nella strage di via D’Amelio.

«Faccio mie le parole di Paolo Borsellino perché, attuali come non mai, raggiungano i giovani e li esortino ad andare avanti, senza mai dimenticare quello che è stato. E che non deve tornare». Così il sindaco Tommaso Minervini, nel giorno in cui ricorre l’anniversario della strage in cui rimasero uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Ancora oggi i fatti collegati a quella strage non sono chiari. Per certo il giudice Paolo Borsellino e i componenti della sua scorta furono uccisi 57 giorni dopo la morte del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie, e degli agenti della scorta. Attentati collegati.
“Ora tocca a me” aveva detto lo stesso Borsellino quando aveva appreso della morte del suo collega e amico Falcone. E così fu. E nulla fu fatto perché si evitasse.

«A noi – conclude Minervini – resta il compito di impegnarci tutti in prima persona al rispetto della legalità e di esortare i giovani a praticarla ed ancor più alla responsabilità».

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