TAGLIO DELLE COMMISSIONI SUI PAGAMENTI ELETTRONICI, ALTAMURA: «UNA BUONA NOTIZIA»

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Molfetta. Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari, sottolinea l’importanza dell’accordo da rendere strutturale e non temporaneo
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La firma dell’accordo tra banche, servizi di pagamento e piccole imprese sul taglio delle commissioni sui pagamenti elettronici, stabilito dalla legge di bilancio, è sicuramente una buona notizia. L’accordo potrebbe portare ad un risparmio sulle commissioni fino a 500 milioni di euro l’anno.

Il protocollo permetterà di ridurre sostanzialmente i costi per le piccole imprese con meno di 400mila euro l’anno di fatturato. In particolare, verranno quasi azzerate le commissioni sulle transazioni fino ai 10 euro e si prevedono sostanziali riduzioni anche per quelle fino a 30 euro.

Una fetta importante dei pagamenti elettronici, secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano: nel 2022 il 21% delle transazioni con carte o bancomat è stato di 10 euro o meno, il 32% di 15 euro o meno, mentre i pagamenti fino a 30 euro sono stati il 58%. E nelle piccole imprese del commercio, del turismo e della ristorazione la quota di micro-transazioni è ancora più alta. «L’accordo – spiega la presidente di Confesercenti Bari Raffaella Altamuraè un risultato in qualche modo storico: è da oltre dieci anni che si discute dell’abbassamento del peso delle commissioni sui piccoli. E finalmente si è riusciti a fare un primo passo nella giusta direzione, anche se l’intervento è soltanto temporaneo. È necessario renderlo strutturale.

Secondo le stime di Confesercenti, solo nel 2022 l’uso di carte e bancomat è costato alle imprese, tra commissioni e costi accessori, circa 5 miliardi di euro. Ed è una voce di cui è scontata la crescita: i consumi che passano per carta e bancomat dovrebbero raggiungere i 367 miliardi nel 2023 e i 529 miliardi già nel 2025, superando i pagamenti in contanti, che nello stesso periodo calerebbero da 769 a 387 miliardi di euro.

«Un’espansione costante cui però non è seguita, fino ad ora, alcuna riduzione del costo della moneta elettronica. E che è stata pagata caramente dalle imprese di minori dimensioni – aggiunge la presidente Altamurache non riescono ad ottenere le stesse condizioni contrattuali di chi muove grandi volumi di transazioni elettroniche. Per un pagamento sino a 8 euro, considerati i costi delle commissioni ed il poco margine di guadagno, a prescindere dalla modalità di pagamento, gli esercenti rischiano addirittura di finire l’operazione con il segno “meno”. Noi non siamo contro il pos, anzi la consideriamo un’importante opportunità, ma i costi delle commissioni incidono pesantemente sulle piccole e medie imprese. Questo è un primo passo, seppur molto importante».

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