VERTENZA NETWORK CONTACTS, I SINDACATI LOCALI E NAZIONALI ASCOLTATI IN MINISTERO: L’ESITO DEL PRIMO INCONTRO

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Molfetta. Richiesto l’intervento del Governo sia a livello locale, che nazionale. Non coinvolta in questa prima fase la dirigenza Network
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Si è aperto con un incontro informale il tavolo di concertazione interministeriale che mira a risolvere la controversia tra Network Contacts e sindacati, sorta a seguito dell’annuncio del trasferimento di 600 dipendenti dalla sede di Molfetta a quella di Palermo.

Fallito il tentativo di intermediazione operato da Leo Caroli, presidente della task force regionale sull’occupazione, la questione è stata sottoposta all’attenzione del Ministero del Lavoro, dove lo scorso mercoledì 26 luglio si è svolto il primo confronto tra la Direzione Generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali e le organizzazioni sindacali di settore territoriali e nazionali. Non coinvolta in questa prima fase la dirigenza Network, le cui ragioni saranno ascoltate a stretto giro.

A diffondere la notizia dell’esito del confronto in Ministero, la segreteria e le rappresentanze sindacali aziendali di Slc Cisl Bari, che comunicano: «La nostra posizione, che ha incontrato sostanziale coincidenza con quanto espresso dalla Fistel Cisl e della Ugl telecomunicazioni, ha voluto sottolineare quanto fosse importante l’intervento del Ministero, a livello generale, nell’ambito di un settore, quello del CRM/BPO, che necessita di interventi immediati, concreti e programmatici, oltre ad una seria regolamentazione delle gare a livello generale e a livello particolare, ossia nell’ambito della vertenza Network, perché il maldestro tentativo di addivenire ad un nuovo accordo derogatorio dimostra la già dichiarata intenzione dell’azienda di costruire attorno alle attività di call center un contratto diverso da quello delle TLC, naturalmente meno favorevole ai lavoratori.

Importante la sottolineatura espressa dal Direttore Generale del Ministero per cui non è possibile ritenere qualsiasi accordo in deroga una misura temporanea e straordinaria solo riguardante i lavoratori di Molfetta: il rischio concreto è di far passare per ordinario un fatto straordinario.

Abbiamo sottolineato come l’intervento nel settore del governo non possa essere separato dalla vertenza e che ci aspettiamo misure su entrambi i versanti.

Il ministero, prendendo atto della situazione, ha ammesso chiaramente che i numeri dei lavoratori impiegati in Network non può che destare un interesse nazionale ed ha aggiunto che anche le misure come gli accordi in deroga non possono diventare strumenti ordinari di soluzioni delle crisi. Inoltre ha rassicurato le parti sull’attenzione del ministero sugli appalti e sulle regole di assegnazione specialmente nella definizione preminente del contratto nazionale collettivo di riferimento in fase di gara come stabilito dal nuovo codice degli appalti.

Ha quindi informato gli intervenuti sull’intenzione di contattare l’azienda e, una volta riflettuto su quanto evinto dal confronto con le parti, di informare le stesse sulle sue determinazioni. La vicenda di Network Molfetta non può e non deve essere derubricata a mera questione locale. Delle due l’una: o la crisi è frutto della incapacità aziendale, ed allora non si capisce perché bisogna sottoporre i lavoratori nuovamente a questa “tassa” per lavorare, oppure, come noi pensiamo, i problemi di Network sono strettamente legati a quelli del settore, ed allora essere responsabili vuol dire chiarire con nettezza alle istituzioni che non si può chiedere ulteriori sacrifici se non si legano a fattivi interventi regolatori: attivazione e dotazione finanziaria del fondo di settore; individuazione del contratto TLC quale CCNL di riferimento per l’attività di call center.

In conclusione vogliamo sottolineare quanto sia determinante l’attenzione delle istituzioni, soprattutto le istituzioni apicali, sulla nostra vertenza in modo che le dinamiche territoriali non possano mettere a rischio i diritti che appartengono a tutti i lavoratori ed il lavoro stesso, che oggi come mai prima si sta allontanando dalla sua principale missione, ossia assicurare ad ogni persona una vita dignitosa».

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