“VANESSA E LE VISIONI FUORI LUOGO”, IL CORTO DELL’IISS MONS. BELLO VINCE AL FESTIVAL INTERNAZIONALE “MALESCORTO”

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Molfetta. Vincitore della sezione speciale Maleschools, il cortometraggio è stato scritto e diretto dalla regista molfettese Serena Porta
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Il cortometraggio “Vanessa e le visioni fuori luogo” si è aggiudicato uno degli ambiti podi al “Malescorto”, il festival internazionale dedicato ai film brevi che si svolge a Malesco, in Piemonte.

Giunto alla XXIII edizione, il festival si è tenuto dal 14 al 29 luglio scorsi e rappresenta uno dei festival di cortometraggi più affermati e prestigiosi a livello mondiale. Tra i 1.482 corti in arrivo quest’anno dai cinque continenti, anche “Vanessa e le visioni fuori luogo”, scritto e diretto dalla regista molfettese Serena Porta e realizzato due anni fa nell’ambito del progetto MOVIE dell’IISS “Mons. Bello”, in collaborazione con Draka Production.

Il cortometraggio è un mockumentary, ovvero un finto documentario costruito ad arte per raccontare una storia inventata, e racconta di un gruppo di studenti impegnato proprio nella realizzazione di un film. Mentre stanno eseguendo i casting per individuare l’attrice protagonista, i ragazzi discutono tra loro chiedendosi quale attrice sia più compatibile con la caratterizzazione della protagonista. È così che allo spettatore vengono presentate Vanessa e la sua storia. Vanessa è una bambina che vive nella periferia di Molfetta, orfana di madre e trascurata da suo padre. La bambina, interpretata da Arianna Caputi, non è in grado di elaborare il doloroso lutto e così instaura un rapporto simbiotico con l’urna contenente le ceneri di sua madre. I ragazzi discutono della storia, approfondiscono le funzioni dei personaggi nel racconto ed espongono le loro riflessioni durante le interviste realizzate dietro le quinte. Intanto, nel film, Vanessa continua a vagare vestita da farfalla con al seguito un carretto, pensando a come poter spiccare il volo per raggiungere sua madre.

“Vanessa e le visioni fuori luogo” racconta una storia che parla della necessità di elaborare la perdita, anche quando a venire meno è un tassello fondamentale. «Un corto – si legge nella motivazione della Giuria del Malescorto – che racconta la periferia e il desiderio del cuore di ogni adolescente di conoscere se stessi con profondità e delicatezza. Il lavoro educativo/corale che ben emerge nella narrazione della costruzione della storia di Vanessa, esprime, in modo forte, la necessità di “uscire” dalla periferia per poter trovare sé e l’altro. Nota di merito sull’evidente lavoro di inclusione. Ben espressa la coerenza tra fotografia e narrazione».

 

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