MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
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«Con una recente sentenza del TAR Puglia, pubblicata lo scorso 1° agosto, è stato annullato un permesso di costruire rilasciato dal Comune di Molfetta per la realizzazione di alcuni edifici destinati prevalentemente a residenza privata, ubicati nel Comparto n. 3, e cioè nell’area di espansione della città, nei pressi della nuova Parrocchia della Madonna della Rosa.
Il progetto, presentato al Comune di Molfetta da un’impresa edilizia per il rilascio del permesso di costruire ora annullato, comprendeva una serie di bonus volumetrici previsti dalla legge regionale in materia di “Piano Casa” che, come noto, è stata annullata dalla Corte Costituzionale nel febbraio 2023. A seguito dell’annullamento della norma regionale, quindi, il TAR Puglia ha ritenuto illegittimo il permesso di costruire precedentemente rilasciato.
A prescindere da cosa deciderà di fare il Comune di Molfetta, se cioè sceglierà di appellare o meno la pronuncia del TAR, la decisione dei giudici amministrativi pugliesi pone, ora, una serie di questioni molto delicate che riguardano, da un lato, il destino dell’area su cui dovevano sorgere gli edifici in parte già realizzati e che, ad oggi, sono privi di titolo edilizio e, dall’altro, sulla gestione di ulteriori situazioni analoghe, eventualmente presenti sul nostro territorio.
A tale riguardo vorremmo sapere dall’amministrazione comunale quanti e quali interventi edilizi risultano al momento autorizzati o siano in corso di realizzazione, in forza della legge sul Piano Casa dichiarata incostituzionale.
Sotto altro profilo vorremmo sapere quali iniziativa ha assunto l’amministrazione comunale in questi mesi per far fronte alla situazione venutasi a creare a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 17/2023 e se abbia avviato una verifica relativa ai Permessi di Costruire rilasciati in esecuzione del cosiddetto “Piano Casa”, al fine di accertare lo stato di attuazione degli interventi previsti.
Tanto anche al fine di evitare ai proponenti di incorrere in annullamenti come quello recentemente disposto dal Tar Puglia, con le dirompenti conseguenze che ne derivano anche per i cittadini interessati ad acquistare gli appartamenti e che, magari, hanno anche già sottoscritto i contratti preliminari.
Sotto altro profilo questa sentenza dei giudici amministrativi che blocca un intervento edilizio già in corso di realizzazione, fornisce l’occasione per avviare una riflessione necessaria e non più procrastinabile sul ricorso massiccio che è stato fatto, sul nostro territorio, delle previsioni contenute nella legge regionale sul Piano Casa, con i permessi di costruire rilasciati negli ultimi anni che prevedevano significativi aumenti volumetrici (fino al 30%) e cambi di destinazione d’uso, anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.
Questo ricorso sistematico al Piano Casa che il Comune di Molfetta ha assecondato, ha portato a una espansione urbanistica incontrollata e al di fuori di ogni pianificazione, con la nascita di interi quartieri privi di standard e servizi, senza contare i ritardi e le difficoltà nella realizzazione delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie.
Ma un altro effetto deleterio di questa disordinata gestione del territorio è stato lo svuotamento del centro cittadino a favore dei nuovi quartieri di espansione, con conseguente significativa perdita di valore del patrimonio immobiliare esistente in centro, di proprietà di tanti molfettesi.
Dinnanzi a questo scenario l’amministrazione comunale non ha fatto altro che restare a guardare, limitandosi a rilasciare i permessi di costruire senza porsi il problema di una espansione urbanistica incontrollata e di una cementificazione senza limiti che ha prodotto solo la nascita di “quartieri dormitorio” privi di servizi e che comportano anche gravi problematiche al bilancio comunale in termini di pulizia, sicurezza, trasporti, manutenzione e gestione dei rifiuti.
Il governo del territorio dovrebbe essere uno dei compiti principali per un’amministrazione locale ma, evidentemente, anche in questo la Giunta di Tommaso Minervini sta dimostrando tutta la sua incapacità e inadeguatezza che impone la necessità di un radicale cambio di rotta».
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