PROCESSO NORMAN ATLANTIC, PROSCIOLTO DA OGNI ACCUSA IL NOSTROMO MOLFETTESE ANGELO DE CANDIA

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Molfetta. Il Tribunale di Bari ha respinto le pesanti accuse mosse contro Angelo de Candia, che durante il disastro mise in salvo centinaia di passeggeri
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Accusato di aver causato la morte di due passeggeri e di aver gestito in modo scorretto l’approntamento e la gestione della lancia di salvataggio, il Nostromo molfettese Angelo de Candia è stato prosciolto lo scorso 6 ottobre, al termine di un dibattimento lungo e complesso, volto a  individuare i responsabili del disastro del Norman Atlantic, avvenuto a largo delle coste albanesi nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2014, che provocò la morte di 31 persone e il ferimento di 64 passeggeri.

Il Tribunale di Bari, presidente Dott. Marco Guida e giudici a latere dottoresse Moretti e Tripaldi, ha quindi respinto le pesantissime richieste di condanna che i PM avevano formulato nei confronti di del marittimo molfettese, difeso dall’Avv. Cesare Fumagalli.

«Dimostrando di essere del tutto immuni da condizionamenti esterni e indisponibili a ratificare acriticamente le sbrigative quanto gravi accuse mosse contro il Nostromo Angelo de Candia dalla Capitaneria di Porto di Bari e da certi media che vi fecero subito eco – si legge in una nota stampa –  i Giudici hanno incrinato le granitiche certezze degli inquirenti, prosciogliendolo e smentendo radicalmente la pretesa solidità delle prove a carico.

Le prove e gli argomenti offerti dalla difesa e sintetizzati nella discussione finale hanno restituito ad un uomo coraggioso e marinaio esperto tutto l’onore e la dignità guadagnati in 40 anni per mare.

Uno degli stessi periti nominati dal GIP in corso di indagini ebbe a dire che ad Angelo de Candia “…andava fatto un monumento…”; non certo un’esagerazione, visto che in quei drammatici minuti il Marittimo riuscì a svolgere attività antincendio, supporto all’ammaino dell’unica lancia rimasta a bordo e presa d’assalto da centinaia di passeggeri terrorizzati, messa in sicurezza del sistema di evacuazione a scivolo diventato nel frattempo una trappola mortale ed infine accompagnamento di centinaia di passeggeri ai ponti superiori per sfuggire alle fiamme ed al fumo.

Il tutto mettendo a rischio la propria vita e scendendo dalla nave tra gli ultimi.

Il dibattimento ha consentito in definitiva di ristabilire la verità sulle drammatiche condizioni in cui il Nostromo ed altri marinai addetti a mezzi di salvataggio si trovarono concretamente ad operare, disattendendo fin troppo facili speculazioni teoriche di alcuni degli inquirenti, dimentichi della abissale differenza che corre tra le esercitazioni di abbandono nave e le drammatiche situazioni concrete che si possono verificare in mare».

Il Tribunale di Bari ha condannato tre dei 26 imputati al termine del processo per il naufragio del traghetto Norman Atlantic. Sei anni di reclusione per il comandante della nave Argilio Giacomazzi, 5 anni e 4 mesi per il primo ufficiale di macchina, Gianluca Assante, tre anni per il membro dell’equipaggio Francesco Nardulli.

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