LA STORIA DI ENEA RACCONTATA IN TV, I GENITORI: «DOLORE INSANABILE, CI SIAMO SENTITI MORIRE ANCHE NOI»

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Molfetta. Intervistati a Pomeriggio Norba i genitori del piccolo Enea, l’avvocato Andrea Marzorati ed Erika Zerbini, presidente dell’associazione “Lutto perinatale”
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Deceduto a soli tredici giorni di vita a causa di un’infezione batterica contratta in ospedale. La storia di Enea, figlio dei molfettesi Mara Gargano e Corrado De Robertis, approda in Tv.

Ad accendere i riflettori sul caso, la trasmissione di informazione e approfondimento Pomeriggio Norba, condotta dal giornalista Antonio Procacci e in onda ogni giorno sull’emittente regionale TeleNorba.

Ospiti della diretta, oltre a Mara e Corrado, l’avvocato dei coniugi, Andrea Marzorati di impegnosalute.com, che anche quest’anno si conferma avvocato dell’anno per Responsabilità Medica e Malasanità, ed Erika Zerbini, presidente di “Lutto perinatale”, la rete associativa nazionale che sta sostenendo psicologicamente i genitori del piccolo Enea.

Incentrata sull’aumento delle morti dovute ad infezioni contratte in ambiente sanitario, in sala operatoria come dal medico di famiglia, che con 49mila decessi l’anno supera di tre volte il numero delle vittime della strada, la trasmissione è entrata nel merito della storia del piccolo Enea, nato prematuro ma perfettamente in salute. I problemi per Enea iniziano il giorno di Santo Stefano. La madre lo trova sofferente, chiede spiegazioni al personale del reparto di terapia sub-intensiva neonatale del Policlinico di Bari, dove il piccolo è ricoverato, ma le viene detto che il bambino sta bene ed è costantemente sotto controllo. La situazione però precipita nel giro di due giorni e il 28 dicembre Enea muore tra le braccia della madre, che, malgrado le rassicurazioni, percepisce perfettamente con lo scorrere delle ore che suo figlio non ce a farà. Dall’esame autoptico e dalla perizia di parte è emerso che il bambino è deceduto a causa del batterio dell’Escherichia coli, contratto dopo la sua nascita.

«Purtroppo il piccolo Enea – ha spiegato il medico legale Pasquale Bacco, intervenuto durante la trasmissione – è stato infettato da un batterio resistente a tutti gli antibiotici, come sempre più spesso accade nelle infezioni nosocomiali, che danno luogo a vere e proprie malattie incurabili. Quindi Enea, in questo caso, sarebbe sopravvissuto solo se non avesse contratto il batterio. Le infezioni ospedaliere causano 137 decessi al giorno e questo ci fa capire come sia poco dibattuto e approfondito il problema, che un servizio di Report ha definito “una strage silente”. Tant’è vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che le infezioni contratte in ambiente sanitario tra dieci anni rappresenteranno la prima causa di morte».

«Nessun operatore si è accorto che Enea stava male – hanno dichiarato Mara Gargano e Corrado De Robertis i medici hanno fatto il possibile per salvarlo, anche ripetute trasfusioni di sangue e plasma, ma era ormai troppo tardi».

«La struttura ospedaliera – ha spiegato l’avvocato Marzorati deve ricorrere a tutti gli accorgimenti possibili affinché i degenti non sviluppino infezioni. Il rispetto dei protocolli è fondamentale, oltre che obbligatorio. Perciò porteremo avanti la causa nell’ottica di stabilire quali responsabilità sono attribuibili tanto ai medici quanto al presidio ospedaliero».

La puntata di Pomeriggio Norba, andata in onda lo scorso mercoledì 25 ottobre, è disponibile a questo link.

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