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Un’antica statua di San Michele Arcangelo fu trafugata alla fine degli anni novanta da un’abitazione privata nel centro storico di Molfetta. A seguito del furto, le indagini condotte furono sommarie e non riuscirono a riportare il manufatto nella nicchia da dove era stato rubato.
Oggi, a distanza di circa 25 anni, uno dei nipoti dei proprietari ha sporto denuncia ai Carabinieri della Compagnia di Molfetta per tentare di ritrovare la statua, a cui vengono peraltro attribuiti diversi “miracoli”.
A ricostruire la storia dell’antica scultura, che richiama l’iconografia del San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo, è Stefano De Carolis, sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri, ricercatore storico, cultore di storia patria e giornalista, specializzato nella tutela e salvaguardia del patrimonio culturale nazionale presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, già in servizio presso il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
«Il rinvenimento della scultura – spiega De Carolis – risale ai primi anni del novecento. Il proprietario della casa di via Mammoni, il marinaio Pasquale Camporeale, parte per la Prima Guerra Mondiale. Mentre è al fronte, la moglie Marianna Brattoli, attirata da alcuni misteriosi rumori provenienti da una delle mura della propria abitazione, si accorge della presenza di una nicchia murata in cui è custodita la statua di San Michele Arcangelo. La donna incredula grida al miracolo e la sua casa presto diventa un luogo di pellegrinaggio per parenti, amici e concittadini.
Nel giro di poco tempo, la nicchia fu trasformata in una piccola cappella, presso cui i fedeli si recavano per chiedere una grazia a San Michele. Questo è dimostrato da diversi ex voto lasciati vicino alla statua del Santo, spariti assieme al simulacro. Ogni 29 settembre, nel giorno dedicato a San Michele Arcangelo, la famiglia Camporeale apriva le porte della propria casa per accogliere le celebrazioni religiose legate al culto del Santo, officiate puntualmente da un prete.
La statua, probabile testimone di un preesistente luogo di culto, è rimasta sempre lì fino alla fine degli anni novanta, quando gli eredi decisero di mettere in vendita la casa. Durante una notte la scultura venne abilmente rubata, i responsabili del furto non vennero mai identificati e della sacra effigie si persero completamente le tracce. Secondo l’esperienza maturata nel settore, ci sono diversi elementi che portano a pensare che la statua si trovi ancora a Molfetta, o comunque nelle immediate vicinanze. Ora, a seguito della denuncia dell’anziana erede e con l’inserimento delle foto della statua nel database internazionale delle opere d’arte scomparse, si spera di ritrovare il pregiato manufatto per restituirlo alla comunità cattolica locale.
Proprio in virtù del fatto che la statua potrebbe trovarsi in loco – conclude De Carolis – chiunque abbia informazioni in merito è pregato di riferirle ai Carabinieri della stazione di Molfetta».
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