A MOLFETTA È TEMPO DI RIFLESSIONE, IERI LA MARCIA DELLA LEGALITÀ E DELLA NON VIOLENZA

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Molfetta. Dopo l'ultimo fatto di cronaca è tempo in città di cambiare rotta. La marcia un nuovo inizio per tornare ad abbracciare il valore della legalità
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È partita dalla Chiesa di San Domenico la Marcia della legalità e della non violenza organizzata dalle comunità parrocchiali dell’Immacolata, San Domenico e San Gennaro insieme al vescovo Domenico Cornacchia e alla Chiesa Locale. Presenti alla manifestazione anche altre associazioni molfettesi e il Sindaco Tommaso Minervini e tanti cittadini. Numerosa anche la presenza della famiglia e degli amici di Dario De Gennaro, il 23enne assassinato lo scorso giovedì dal reo confesso Onofrio De Pasquale, adesso in carcere.

Ad animare la marcia i tre sacerdoti delle tre parrocchie promotrici dell’evento don Paolo Malerba , don Andrea Azzollini e don Silvio Bruno. I tre sacerdoti hanno invitato i presenti alla riflessione e a chiedersi quante volte ognuno di noi si è avvicinato o è stato toccato dall’illegalità.

«Iniziamo facendo una riflessione seria, quando siamo stati illegali, quando abbiamo rotto le regole, quando abbiamo fatto male agli altri. Perché questa marcia non servirà a nulla se non prendiamo l’iniziativa di riconoscere i nostri errori. Le nostre mezze vie e compromessi. I segni di piccole o grandi corruzioni che ci possono essere nella nostra vita. Ciascuno di noi provi a pensare: “Quando io ho fatto male agli altri, quando io sono stato illegale, quando io ho fatto qualcosa che ha creato violenza. Perché se non facciamo un lavoro sulla nostra coscienza, potremmo fare tutte le marce che vogliamo, ma non cambierà nulla. Il nostro scopo, come quello delle parrocchie, insieme alla Diocesi e al Vescovo è quello di non chiudere i nostri occhi di fronte al male. I segni di violenza che noi vediamo sono frutto di un grande problema che è nascosto nella nostra mente, nei nostri cuori, nel nostro stile di vita».

Una marcia silenziosa interrotta soltanto da quattro brani “Pensa” di Fabrizio Moro, “Io sono l’altro” di Nicolò Fabi, “Cuore”, canzone sulla strage di Capaci di Jovanotti e poi in chiusura sul sagrato della Chiesa Immacolata con la voce di Cristicchi con la sua “Abbi cura di me”.

Canzoni che hanno scandito le quattro tappe della marcia fatte in quattro piazze simbolo di Molfetta: Piazza Buon Pastore, Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Paradiso e il sagrato della Chiesa Immacolata a pochi passi dal luogo dove si è consumato l’efferato delitto di De Gennaro.

Importante la lunga tappa in piazza Vittorio Emanuele, teatro degli atti vandalici di Capodanno dove si è ribadito l’invito a pensare alle innumerevoli cose che non funzionano nella nostra città. Dopo questa marcia, sentita e partecipata, una domanda sorge spontanea come detto dai parroci organizzatori dell’evento: «Quali pagine vogliamo continuare a scrivere per la storia, per il presente e per l’avvenire della nostra città?».

Molfetta deve prendere coscienza della situazione che sta vivendo da tempo e reagire per poi agire e liberarsi dalla stretta dell’illegalità ben radicata, ma forse non difficile da debellare una volta riconosciuta.

 

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