AI LICEI EINSTEIN-DA VINCI UN’ASSEMBLEA D’ISTITUTO SULLA DRAMMATICA SITUAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE

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Molfetta. Il 29 aprile le studentesse e gli studenti dei Licei Einstein-Da Vinci sono stati impegnati in un'assemblea di istituto interamente dedicata all'attuale conflitto in corso
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«Ragazzi della vostra età non dovrebbero sentire e neanche pensare alla guerra nel 2024, perché le guerre nel 2024 non dovrebbero esserci. E non è guerra quella che sta accadendo a Gaza, ma un genocidio. Sapete cosa vuol dire genocidio?».

È iniziata così, con l’intervento di Amira Abuamra, membro della comunità palestinese di Puglia e Basilicata, l’assemblea d’Istituto sul tema del conflitto tra Israele e Palestina che si è svolta lo scorso 29 aprile presso l’istituto dei Licei Einstein – Da Vinci di Molfetta.

Un’iniziativa partita dagli studenti dei Licei Einstein – Da Vinci di Molfetta che hanno un scelto un tema di grande attualità spinoso, non semplice e di cui molto spesso non si parla in modo obiettivo. Tra gli ospiti invitati e che sono intervenuti all’incontro oltre ad Amira Abuamra, anche il professor Angelantonio Spagnoletti, docente in pensione di storia moderna all’Università di Bari, il professor Aldo Nicosia, docente di lingua araba, il fotoreporter indipendente Angelo Calianno e il criminologo e sociologo Domenico Mortellaro. Presente anche Edoardo del Monte rappresentante dell’organizzazione studentesca OSA -Puglia.

Ospiti che hanno incantato i ragazzi e spiegato ognuno con le proprie conoscenze ed esperienze personali e professionali ciò che sta accadendo realmente a Gaza, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ma non solo, grazie ai docenti Spagnoletti e Nicosia e alla testimonianza di Amira Abuamra i ragazzi hanno avuto l’opportunità di ascoltare ciò che è accaduto dal 1948 in Palestina, ovvero dei continui soprusi, occupazioni, violazioni dei diritti umani che i coloni israeliani stanno esercitando su un popolo che da sempre vive in quelle terre.

Chiedere il permesso per poter uscire fuori dalla propria città.

Chiedere il permesso per poter uscire fuori dalla propria città. Non potersi spostare da un villaggio all’altro senza prima fare una richiesta. Una richiesta, che come ha detto il fotoreporter Angelo Calianno tornato da Gaza dopo tre mesi per documentare ciò che sta accadendo, molto spesso viene rifiutata. Essere privato dei beni di prima necessità, partorire tra le bombe e subire parti cesarei senza anestesia perché Israele sta bombardando ospedali e manca ogni sorta di medicina anche la più blanda.

Essere ammazzati mentre si prova a prendere quei pochi viveri che si riescono a distribuire. Concentrare tantissime persone in un posto che non può contenerle con condizioni igieniche inimmaginabili perché l’acqua non c’è e quella poca che c’è ha un costo. Anche perché le risorse idriche nei territori occupati sono controllate dagli israeliani.

Di tutto questo e di molte altre privazioni ed efferatezze si è raccontato ai ragazzi che hanno ascoltato in silenzio parole che hanno descritto una realtà, un dramma che sta avvenendo non molto distante dal nostro Bel Paese. Un dramma che purtroppo può essere chiamato genocidio e che ha come protagonisti questa volte, bambini, donne e uomini Palestinesi.

Una bellissima iniziativa che si è svolta nella nostra comunità e che acquista un inestimabile valore aggiunto in quanto voluta e richiesta da giovanissimi ragazzi che avrebbero potuto scegliere altre tematiche, e soprattutto perché come ha detto Amira Abuamra nel suo discorso iniziale di guerra e di genocidio nel 2024 non se ne dovrebbe parlare.

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