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MOLFETTA. Giorgio Albertazzi a Molfetta

Molfetta – Il “mostro” sacro del teatro Giorgio Albertazzi ha affascinato, ammaliato, coinvolto con la sua calda e sensuale voce i circa settanta stagisti che hanno partecipato al primo appuntamento promosso nell’ambito del progetto “Futura” promosso dal Dipartimento della gioventù Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani: Inizialmente lo stage era riservato a 50 giovani attori, dagli 8 ai 35 anni, ma visto il boom di richieste la partecipazione è stata estesa ad altri 20 ragazzi.
Lo stage, che ha avuto come tema “Shakespeare chi? Dal Globe al villlaggio globale” si è tenuto presso il Teatro del Carro dei Comici dove ha sede una compagnia teatrale veramente dinamica e intraprendente che si è fatta conoscere in ambito nazionale, portando alto il nome di Molfetta. Il maestro Albertazzi ha fatto una chiacchierata sulla figura del grande Shakespeare analizzando le sue opere, aneddoti, interpreti, critica, personaggi; quindi un piacevole excursus a tutto tondo inframezzato da battute più o meno spinte, racconti simpatici, episodi di vita vissuta, catturando l’attenzione dei presenti. Albertazzi, che contemporaneamente era in scena al Piccinni di Bari, ha ribadito il suo legame con la Puglia, ricordando i suoi spettacoli su Federico II a cui è stato dedicato il secondo stage che si è tenuto presso il Teatro Odeon di Molfetta che ha avuto come tema proprio la figura del grande imperatore. Il maestro ha interpretato quindici protagonisti di opere di Shakespeare per innumerevoli repliche in Italia e all’estero, compreso al Teatro Nazionale Inglese dove, anche gli stessi inglesi, cosa molto rara, essendo molto gelosi e orgogliosi delle loro produzioni, elogiarono ed esaltarono lo spettacolo proposto da Albertazzi. Il grande attore ha detto: “spesso i geni copiano, i mediocri imitano” e ancora: “l’arte pone domande e non dà risposte”. Secondo lui la ragione non è importante come la passione e i sentimenti. Ha poi messo in luce il suo spirito anticonformista e ribelle, sopra le righe duettando con il pubblico. Il teatro è eros, provocazione, inizialmente ha seguito l’insegnamento dei suoi maestri, poi ha trovato una sua strada personale, naturalmente supportata da tanto studio e prove massacranti in teatro. Il teatro è elaborazione, digressione disobbedienza,il testo è uno degli ingredienti. Un attore grande trasforma i suoi difetti, in pregi artistici. Ha spiegato la differenza fra guardare e vedere, dando anche consigli pratici agli attori. Magistrale la sua interpretazione del'”L’infinito” del Leopardi. Un incontro questo, con il maestro Albertazzi, che è stata una vera lezione di teatro con un pilastro della recitazione.

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