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MOLFETTA. Il cantastorie: “Paddengaule”

Quella fu una campagna elettorale,
che non ebbe niente di normale
e, tra soprusi, sparatorie e aggressioni,
fu la più cruenta delle competizioni.
La polizia non era imparziale,
e dei repubblicani copriva ogni male;
mentre i socialisti che subivano abusi,
molto spesso venivano reclusi.
Lo stesso Salvemini aveva invitato
il questore ad esser meno inquadrato,
ma, non ricevendo risposte eloquenti,
ai suoi diceva di stare attenti,
perciò i socialisti avevan fatto cucire
le tasche delle giacche per impedire
che qualche sbirro vi potesse infilare
un arma o un coltello e poi farli arrestare.
Una sera di ottobre, nella lega braccianti,
eran riuniti i socialisti militanti,
e si parlava di come continuare
la campagna elettorale per la vittoria finale;
quando ad un tratto, fuori la porta,
s’udirono grida e rumori d’ogni sorta.
Subito si pensò ad un assalto squadrista,
di cui Pansini era stato il regista.
Alcuni braccianti tentarono di reagire,
ma la maggior parte decise di fuggire
e, nel parapiglia che ne seguì,
un urlo strozzato alfine si sentì.
Cos’era successo? Chi gridava?
E perché si lamentava?
Era il custode della lega braccianti
che attirava l’attenzione di tutti quanti,
si lamentava e si diceva ferito
e bestemmiava chi l’aveva colpito.
Tutti si recarono in suo aiuto,
invitandolo a mettersi seduto,
ma lui la sedia sdegnato rifiutò,
finchè alla fine per terra stramazzò.
Di sicuro sangue perdeva,
ma la ferita nessuno vedeva;
il petto era sano, anche la faccia,
le mani, le gambe come pure le braccia,
chissà dove mai era stato ferito?
Dove i delinquenti l’avevano colpito?
Poi il corpo del poveraccio fu girato
e il mistero fu alfine svelato…
Perdeva sangue dal deretano,
perché il colpo di quel marrano
l’aveva preso proprio al sedere
e lui non voleva farlo sapere.
In ospedale alfine fu portato,
e dopo un po’ il danno fu sanato,
ma il fatto fece il giro del paese
e il poveretto ne pagò le spese
perché il fatto fu noto a tutti
sia agli onesti che ai farabutti
e, sebbene in tanti non conoscono il suo nome,
la famiglia Modugno ha uno strano soprannome
che ricorda l’episodio che vi ho narrato
e certamente non ho inventato;
un soprannome che certamente resterà,
nella storia e gli annali di questa città.
Lo volete sapere? Non riuscite ad immaginarlo?
Il soprannome che gli fu affibiato fu PADDENGAULE
Dopo violenze, brogli e malaffare,
ad ottobre si andò a votare.
Pietro Pansini fu eletto deputato,
mentre Salvemini si disse truffato.
Per tante angherie sgomento,
si rivolse Salvemini al parlamento,
con una richiesta ben motivata,
che l’elezione fosse annullata.
Le giuste ragioni rimasero ignorate,
e le violenze invendicate.
Per i benpensanti di allor “socialista”,
era un sinonimo di “terrorista”.
Ma noi che adesso raccontiam la storia,
vogliamo solo rinfrescarvi la memoria,
perché la legge sia sempre rispettata
e non sia mai più calpestata.

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