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MOLFETTA. Il cantastorie: “San Corrado”

Molfetta – Corrado, figlio primogenito di Enrico il Nero, sarebbe nato nel 1105 e il 1106 a Ratisbona. E su questo concordano un po’ tutti. La data della morte è però controversa. Alcuni la fanno risalire al 1153, nel qual caso sarebbe morto a circa 50 anni: altri, secondo studi più recenti, la fanno risalire al 1127, quindi Corrado sarebbe morto a poco più di 20 anni.
Anche le notizie sulla vita del santo sono alquanto controverse per cui se tutti sono d’accordo sul fatto che fu monaco cistercense, diverse sono le interpretazioni su dove si fosse formato se a Clairvaux o a Marimond.
Pare non avesse mai conosciuto S. Bernardo e non avesse mai ottenuto da lui l’autorizzazione di recarsi in Palestina, cosa che però lui fece e, di ritorno da questo viaggio s i fermò in una grotta nei pressi di Bari a causa delle precarie condizioni di salute e, in quella grotta morì e fu sepolto.
Come molti eremiti, Corrado aveva fama di santità, perciò, dopo la sua morte, i suoi resti vennero venerati dalla popolazione locale e dai monaci del monastero di S. Maria ad criptam preso Modugno. Quando agli inizi del secolo XIV la comunità monastica scomparve, le ossa di Corrado furono trafugate dai molfettesi e riposte nella Cattedrale, la quale era ancora priva delle reliquie di u n santo così come la città non possedeva ancora di un proprio santo patrono (il furto di reliquie era cosa comune a quei tempi, basti ricordare il trafugamento delle reliquie di S. Nicola).
Il problema per il povero Corrado era che era santo solo per noi molfettesi.
La chiesa ufficiale non lo aveva mai canonizzato, per cui San Corrado era un santo di serie B che aspirava alla promozione che però non arrivava mai. L’approvazione giunse solo nel 1834 grazie all’impegno ed alla caparbietà del vescovo di Molf etta Filippo Giudice Caracciolo il quale, sull’onda dell’entusiasmo per la canonizzazione del Beato Nicola Paglia di Giovinazzo, diede inizio nel 1832 ad una medesima procedura giuridica per cui, dopo due anni Corrado fu proclamato santo, non attraverso una canonizzazione formale, cioè dopo un processo informativo che valuti i miracoli ottenuti per intercessione del beato ecc., quindi non un processo super virtutibus bensì super cultu ab immemorabili. Che vuol dire? Vuol dire che non potendo fornire prove d i miracoli, Corrado diventava santo solo per il fatto che era tale per i molfettesi da diversi secoli.

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