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MOLFETTA. La Grotta del Crocifisso – Lama Cupa (Molfetta)

Molfetta – Il territorio molfettese è solcato da numerose lame che fendono l’agro, in direzione perpendicolare rispetto alla linea di costa, partendo dalla Murgia per poi sfociare a mare, nelle cosiddette “cale”. Le lame sono il risultato del fenomeno del carsismo. Nel corso dei millenni l’acqua, nella sua corsa verso il mare, ha eroso il substrato calcareo creando dei veri e propri “canyon” naturali dai terreni tanto fertili che l’uomo ha coltivato sia nell’alveo sia sulle pareti creando dei terrazzamenti contenuti dai muretti a secco. Queste non risultano essere, ormai, più percorse da scorrimento superficiale, ma possono convogliare notevoli quantità di acqua durante eventi di intensa piovosità, le caratteristiche mène. Di tutte le lame di Molfetta, la più importante e meglio conservata è certamente Lama Cupa, che sfocia nella cosiddetta “Prima Cala”, a  sud-est del centro cittadino, dove prende il nome di Lama Martina, per poi proseguire verso l’interno percorrendo tutto l’agro molfettese sino al confine con i territori di Terlizzi e Bitonto. Certamente Lama Cupa è quella che ha conservato ancora lembi di vegetazione naturale della macchia mediterranea, ancora ricca e varia nonostante gli interventi modificatori dell’uomo.
La grotta del Crocifisso si apre a 26 metri di altitudine sulla sinistra idrografica di Lama Cupa a circa 100 metri a valle del ponte della strada rurale Samarelle — Piscina Ser Nicola e in corrispondenza del ponte di Via Berlinguer di recente costruzione. Attualmente, a monte del ponte, la Via G. Ungaretti sbarra il corso naturale della lama; dal ponte il percorso diventa più profondo (il fondo lama si trova a circa 16 metri s.l.m.) e la presenza di molti alberi di carrubo restituisce una bellissima tonalità di verde al paesaggio ormai fortemente antropizzato. In questa zona la lama costeggia la linea ferroviaria Bari — Foggia. Nel tratto di lama considerato prevalgono diversi utilizzi agricoli (oliveti, vigneti, alberi da frutto). I pendii, in quanto terreni marginali, presentano una maggiore diversificazione: alle colture si associano piante spontanee che, in alcune zone, diventano prevalenti. Essi presentano, in gran parte, terrazzamenti con muretti a secco e, a tratti, affiora la roccia calcarea con pendenza variabile.

La grotta del Crocifisso è esposta ad ovest, ha uno sviluppo orizzontale e si apre nella roccia calcarea affiorante che si presenta stratificata orizzontalmente: proprio sull’ingresso si può notare un ponderoso strato di roccia calcarea, dallo spessore di circa 1 metro, che funge da architrave naturale. Si entra nella grotta superando 2 piccoli gradini modellati nella roccia calcarea e semi-celati dalle foglie secche e dal terreno che ricoprono il pavimento. Nella parte più centrale del soffitto della cavità è molto evidente la frattura principale, con orientamento est-ovest, che ha dato origine alla grotta stessa e che la percorre per tutta la sua lunghezza; sono presenti, inoltre, numerose fratture perpendicolari alla principale. All’interno dell’unica ampia sala sono presenti numerosi blocchi di roccia calcarea: probabilmente alcuni sono stati trasportati dall’esterno mentre altri sono il risultato di crolli della volta e delle pareti. Alcuni blocchi sono stati utilizzati, insieme a mattoni di tufo, per innalzare, in maniera rudimentale, una costruzione simile ad una mangiatoia che si trova sulla sinistra subito dopo l’ingresso, ed altre piccole opere di sistemazione recente della grotta. Il pavimento della cavità si presenta irregolare e ricoperto da un sottile strato di terreno che lascia comunque intravedere la roccia calcarea affiorante. Fenomeni di “vermicolazione” argillosa sulle pareti e sui blocchi indicano che, nei periodi fortemente piovosi, colate di fango possono giungere dall’alto della cavità attraverso le fratture nella roccia e dall’ingresso. La grotta, nel complesso, si presenta relativamente “asciutta”, non è presente stillicidio nè tantomeno sono presenti fenomeni di concrezionamento di carbonato di calcio (stalattiti e stalagmiti).
Parte del suolo compreso nella grotta è inserito nel N.P.R.G. di Molfetta, all’interno del Comparto 18 edificatorio, per cui, a breve, sarà ceduto dai Frati, gratuitamente, al Comune di Molfetta in cambio di volume edificatorio. Per questo motivo il Comune, senza esproprio, ha occupato parte del suolo con una tubazione di acqua piovana (fogna bianca) che si riversa nella lama, proprio di fronte alla grotta, allagando le campagne circostanti coltivate a vigneto e ad uliveto già da diversi secoli.
Considerata l’importanza della grotta, sia dal punto di vista geologico sia storico, e l’ambiente circostante con la lama e i carrubi secolari, è auspicabile la tutela e la salvaguardia del sito nonché la creazione di un’area protetta che possa essere fruito dalla cittadinanza e dalle scolaresche..

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